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#Barcellona. Dieci rinvii a giudizio per Gotha VI, in 8 scelgono il rito abbreviato

Il pentito Carmelo D'Amico
Il pentito Carmelo D'Amico

Dieci rinvii a giudizio nell'ambito dell'operazione Gotha VI, coordinata dai sostituti procuratori della DDA di Messina Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio e culminata negli arresti del febbraio scorso, che hanno portato alla sbarra diversi esponenti della mafia di Barcellona Pozzo di Gotto. Il Giudice dell'Udienza Preliminare del Tribunale di Messina Monia De Francesco ha rinviato a giudizio Antonino Calderone (1988), Antonino Calderone (1975), Angelo Caliri, Domenico Chiofalo, Sam Di Salvo, Carmelo Giambò, Giuseppe Gullotti, Pietro Nicola Mazzagatti, Aurelio Micale e Giovanni Rao. I dieci dovranno comparire il 31 marzo davanti alla Corte d'Assise di Messina e dovranno rispondere di 17 omicidi e di un tentato omicidio commessi tra il 1993 e il 2012 nel barcellonese. Altri 8 indagati, 5 dei quali collaboratori di giustizia, Tindaro Calabrese, Salvatore Chiofalo, Carmelo D'Amico, Francesco D'Amico, Santo Gullo, Francesco Munafò, Nunziato Siracusa e Carmelo Salvatore Trifilò, hanno chiesto e ottenuto il giudizio abbreviato, che sarà discusso a febbraio. Il GUP De Francesco aveva ammesso come parti civili le associazioni antiracket SOS Impresa di Messina e Lacai di Terme Vigliatore.

Giuseppe Gullotti

Le indagini, avviate nel 2010, riguardano la cupola mafiosa di Barcellona e hanno consentito di accertare mandanti e killer di 17 omicidi commessi tra il 1993 e il 2012 nel Messinese.

“L'attività investigativa, che si è avvalsa anche del contributo di alcuni collaboratori di giustizia -spiegano dal Comando Provinciale- ha consentito di individuare il movente dei numerosi fatti di sangue: la necessità del sodalizio mafioso di mantenere il controllo del territorio“. Tra i collaboratori di giustizia che hanno consentito di fare luce su questi omicidi anche Carmelo D'Amico, uno dei killer del sodalizio criminale mafioso dei barcellonesi.

I nomi dei destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare:

Tindaro Calabrese (Novara di Sicilia (ME), 03.09.1973)

Antonino Calderone (Barcellona Pozzo di Gotto, 27.05.1988)

Antonino Calderone (Barcellona Pozzo di Gotto (ME) 18.08.1975)

Angelo Caliri (Barcellona Pozzo di Gotto (ME) 21.04.1967)

Domenico Chiofalo (Barcellona Pozzo di Gotto (ME), 30.09.1985)

Salvatore Chiofalo (Barcellona Pozzo di Gotto (ME), 26.09.1989)

Di Salvo Salvatore (detto Sam, Toronto (Canada), 08.03.1965) 

Carmelo Giambò (Barcellona Pozzo di Gotto (ME), 23.07.1971)

Giuseppe Gullotti (Barcellona Pozzo di Gotto (ME), 10.10.1960)

Pietro Nicola Mazzagatti (Santa Lucia del Mela (ME), 6.12.1960),

Aurelio Micale (Barcellona Pozzo di Gotto (ME), 30.04.1978), 

Giovanni Rao ( (ME), 20.04.1961),

Carmelo Salvatore Trifirò (Barcellona Pozzo di Gotto (ME), 11.05.1972).

Coinvolti:

Domenico Abbate (Barcellona, 27-4-1970)

Tindaro Alesci (Barcellona, 24-12-1981)

Carmelo D'Amico (Barcellona, 18-3-1971)

Francesco D'Amico (Barcellona, 16-3-1978)

Santo Gullo (Falcone, 1-11-1963)

Renzo Messina (Barcellona, 6-6-1969)

Sebastiano Messina (Barcellona 11-8-1958)

Franco Munafò (Barcellona 30-1-1985)

Nunziato Siracusa (Terme Vigliatore 24-10-1970)

 

Angelo Caliri

Angelo Caliri è arrestato a Bruxelles in collaborazione con le autorità belghe, in esecuzione di un Mandato di Arresto Europeo emesso dall'GIP del Tribunale di Messina.

Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica, dott. Guido Lo Forte, e dai Sostituti Procuratori dott. Vito Di Giorgio e dott. Angelo Cavallo, hanno consentito di far luce su ben quindici omicidi (tra cui un triplice omicidio) e un tentato omicidio che, nell'arco di quasi un ventennio, hanno contrassegnato le dinamiche criminali della “famiglia barcellonese”, una delle espressioni più temibili ed organizzate della mafia in provincia, capace di mantenere rapporti qualificati con cosa nostra palermitana e catanese e con la ‘ndrangheta calabrese.

Tindaro Calabrese

L'operazione costituisce un ulteriore, importantissimo sviluppo dell'attività di contrasto condotta negli anni dal R.O.S. e dal Comando Provinciale, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, che ha portato alla progressiva disarticolazione del sodalizio mafioso barcellonese ed alla collaborazione con la giustizia di molti affiliati le cui dichiarazioni, tra l'altro, hanno dato un contributo essenziale alle indagini confluite nel provvedimento di cattura.

Tra i destinatari della misura cautelare spiccano figure di primissimo piano della mafia del Longano, oltre al già citato Giuseppe GULLOTTI, detto l'avvocaticchio, già condannato alla pena di anni trenta in quanto ritenuto il mandante dell'omicidio del giornalista barcellonese Giuseppe ALFANO, ucciso a Barcellona Pozzo di Gotto l'8.01.1993, anche alcuni suoi fedelissimi luogotenenti, come Salvatore “Sam” DI SALVO e Giovanni RAO, entrambi arrestati nel 2011 nell'ambito dell'operazione “GOTHA” e condannati a pesanti pene detentive. Il provvedimento è stato notificato, tra gli altri, anche a CALABRESE Tindaro, già tratto in arresto nell'operazione del R.O.S denominata “VIVAIO” del 2008 e che dal 2006 aveva assunto la reggenza della consorteria barcellonese.

Antonino Calderone (18-8-1975)

Grazie alle dichiarazioni dei collaboratori e ad attività investigative di riscontro particolarmente accurate e complesse, è stato possibile individuare gli autori e ricostruire movente e modalità esecutive – talvolta estremamente feroci – di una serie impressionante di omicidi, rimasti finora irrisolti, che tratteggiano, con una lunga scia di sangue, un ventennio di storia della criminalità organizzata barcellonese e testimoniano le spietate logiche attuate per il ferreo controllo del territorio e  per la risoluzione dei conflitti interni mediante l'eliminazione di sodali ritenuti scomodi o inaffidabili.

Gli episodi delittuosi contestati nel corpo del provvedimento restrittivo sono i seguenti:

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