Site icon Sicilians

Avete presente uno speed date? Io ci sono stato

Avete mai sentito parlare di speed date? Sì, esatto: la versione 2.0 dell'appuntamento al buio. Una pratica comune nelle metropoli del mondo.

, in Ma che colpa abbiamo noi?, c'è andato giù in modo divertente. A Messina, RadioStreet ne ha organizzato uno proprio nel giorno di San Valentino. E io, internauti, non ho saputo resistere al richiamo della novità assoluta: ve lo dovevo raccontare.

Sarò sincero: per me è stato molto più facile di tutti gli altri 31 partecipanti. Perché? Perché ero lì per lavoro e, soprattutto, perché non avevo programmato un seguito a quei tre minuti che ciascuno di noi avrebbe trascorso per regolamento con una persona dell'altro sesso.

E, se interessati a trascorrere del con una delle persone incontrate e salutate al gong della campanella, c'era l'opportunità di consegnare una rosa per restare a parlare a fine serata. E magari scambiarsi i numeri. E magari andare fuori a cena. E magari… e che ve lo dico a fare?!?

Diciannove gli anni della partecipante più , quarantasette quelli della più MILF, almeno solo per definizione. Si è messa in gioco con simpatia nonostante il ragazzo più vecchio avesse meno di trent'anni; ed è comunque stata molto diretta con me: “Per adesso i giornalisti mi attizzano”. Ok, la prossima!

Le altre, quasi tutte studentesse universitarie; e sembra che il campo della Comunicazione fosse quello meglio rappresentato. Ma c'erano anche biologhe, ingegneri, medici e donzelle con la passione per il teatro. Simpatiche, spigliate, qualcuna magari anche carina: un cast ben amalgamato quello scelto da RadioStreet, che ha seguito l'evento live sui 103.3.

C'è addirittura chi si è presentato in maschera, giocando anche sulla coincidenza con Carnevale. Ma lo scopo di quei tre minuti, per chi non aveva davvero nulla da perdere, credo fosse esattamente il contrario: togliere la maschera che ci accompagna quotidianamente e scendere da quel palcoscenico tanto caro a Goffman.

Ed era importante non dimenticare il gioco, leitmotiv ricorrente nelle parole di tutte le concorrenti: “Sono qui per gioco” o “Sono stata trascinata a forza dalla mia amica”. Ma chi è che a trent'anni si fa trascinare a forza a un incontro al buio?

La mia rosa, come promesso a me stesso prima di partecipare, l'ho tenuta per me. Ma c'è anche chi ha lasciato il locale dopo mezz'ora dalla fine con la fila di ragazzi dietro pronti a chiedere il numero e con quattro cinque rose da portare a casa al seguito. E chi ha lasciato il locale in compagnia della persona conosciuta poco prima a un tavolo.

A fine serata, eravamo davvero tutti divertiti, soddisfatti di aver partecipato e contenti per le persone che avevamo a fianco – io, ad esempio, un'amica che molti di voi conoscono bene. E magari, da compagni di viaggio in quei sedici tavoli, con i ragazzi ne viene fuori anche una bella amicizia.

Perché questi incontri, per quanti si fossero fatti un'idea sbagliata, non sono solo a sfondo sessuale né vi partecipano solo persone tristi assediate dalla solitudine.

Ci si guarda negli occhi tanto, si cerca di percepire un profumo, captare e decifrare un messaggio nascosto nelle parole dell'altro, sorridere (se ti sei ricordato di lavare i denti, sigh!) e conoscersi.

Ma, soprattutto, non farsi troppe seghe mentali né credere di essere inadeguati al contesto. Keep in touch, bro! Ci siamo divertiti.

Pics provided by RadioStreet Messina

Exit mobile version