E' una disamina quella dell'autrice, che ama la storia della Sicilia, e riesce a farla amare anche al lettore, utilizzando una scrittura chiara e coinvolgente per restituire alla cronaca, vicende meno note, senza chiamare in causa privilegi, di solito pretesi in nome di quella grandezza del popolo siciliano, massacrata da sofferenze, colonizzazioni, usurpazioni, ingiustizie perpetrata da popoli lontani e vicini.
Si legge nell'introduzione di Orazio Cancila una riflessione sul sicilianismo, ovvero il miscuglio di vittimismo-permalosità-frustrazione che contraddistingue i siciliani, per concludere che “Amelia Crisantino ha il merito di mostrare con chiarezza quanta malafede alberghi nel sicilianismo, in quello passato e nelle sue più recenti interpretazioni (…)”. È un libro che scioglie molti dubbi e altrettanti ne fa sorgere. Per non affidarsi ai luoghi comuni e conoscere in modo articolato tanti temi che sono quelli di una lunga storia da approfondire e proiettare nella più complessa storia del mezzogiorno, del paese, del Mediterraneo.