La Rete Rifiuti Zero di Messina boccia la Tares, la nuova tassa sui rifiuti.
“Il principale problema dei rifiuti urbani -spiega Beniamino Ginatempo, portavoce della Rete Rifiuti Zero- consiste nel fatto che, nell'attuale modello di sviluppo ultraconsumistico, se ne producono troppi e troppo velocemente per la capacità finanziaria e gestionale degli enti locali. La Sicilia produce ben 2.610.00 tonnellate l'anno di rifiuti e la provincia di Messina 350 mila.
Il costo medio di conferimento è di 100 euro a tonnellata, cui bisogna aggiungere il trasporto in discarica (intorno ai 30 euro per il Comune di Messina) e quello della gestione. Ridurre queste enormi spese dovrebbe essere dunque interesse delle pubbliche amministrazioni virtuose, ma il sistema di tassazione vigente e quello della nuova TARES si muovono in direzione contraria.
La TARES è comprensiva di vari servizi locali, assorbirà la TARSU (o TIA) e come questa sarà basata sulla metratura degli immobili invece che sulla produzione dei rifiuti. Questo sistema è altamente iniquo, antieconomico e palesemente contraddittorio con la legislazione vigente.
L'iniquità sta nel fatto che a parità di dimensioni dell'abitazione, il cittadino virtuoso (quello che sta attento a non mescolare in casa l'umido col secco, che riusa e recupera materiali differenziandoli, che si sobbarca la fatica ed i costi di trasportare alle isole ecologiche i materiali post-consumo, che produce minime quantità di rifiuti indifferenziati e che quindi inciderà poco sul costo totale del servizio) pagherà la stessa quota del cittadino menefreghista che produce montagne di spazzatura.
L'albergo o le strutture turistiche pagheranno quote enormi, anche nei periodi di chiusura e bassa stagione, mentre una piccola bottega di ortofrutta pagherà molto di meno a fronte di una produzione molto più ingente di rifiuti. Una tassazione del tipo “pay per bag”, cioè a sacchetto o a chilogrammo, e sconti per i materiali recuperati sarebbe invece un meccanismo ben più equo ed un forte incentivo a limitare i rifiuti.
Questo sistema di tassazione è anche in contrasto con il Decreto Legislativo 205 del 2010, che ha recepito la Direttiva Europea “La società del riciclaggio”, con la legge regionale 9 del 2010 nonché con il Piano di Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani regionale adottato nel giugno 2012.
Questi provvedimenti impongono la seguente gerarchia di provvedimenti amministrativi: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo (energetico) e smaltimento. Ciò dovrebbe spingere le amministrazioni pubbliche a ridurre la quantità di rifiuti da conferire in discarica. Queste, purtroppo, saltano praticamente le prime quattro fasi, passando direttamente allo smaltimento, cioè operano illegalmente e sono esposte a sanzioni europee. È evidente che il sistema di tariffazione è cruciale per le prime 4 fasi, mentre la tassazione a metro quadro le nega.
La nuova TARES è pertanto iniqua, contraddittoria ed antieconomica, Rete Rifiuti Zero Messina invita tutti i sindaci della provincia e la deputazione messinese all'ARS a premere sul governo regionale per far valere l'autonomia fiscale della Regione ed i candidati al nuovo parlamento nazionale ad inserire la sua correzione nei loro programmi elettorali”.