War Horse

warhorseWar Horse 

Paese: U.S.A.

Genere: Sentimentale

Durata: 150 minuti

Regia: Steven Spielberg 

Spielberg tira fuori dal cappello una favola sui buoni sentimenti che ha come sfondo la Grande Guerra e come eroe un cavallo, animale che gli americani non riescono (e non vogliono) togliersi dal cuore oltre che dal proprio immaginario.

Albert è figlio di un fattore ex soldato della guerra d'Africa, in un tranquillo angolo del Devon. Il padre, di buon cuore ma che indulge troppo nel bere, si reca al mercato per acquistare una bestia che lo aiuti a tirare l'aratro. Gli serve un cavallo robusto e tranquillo, ma complice la bottiglia e la sua testardaggine, s'innamora di un purosangue e lo soffia al proprio padrone, impegnandosi per una cifra che non si può permettere.

Una volta a casa, Albert e il cavallo Joy diventano grandi amici e il ragazzo lo addestra con pazienza e amore. Nonostante tutte le difficoltà, i due riescono a smentire l'intero villaggio che già li vedeva sul lastrico e riescono ad arare il , preparandolo per il raccolto che consentirà al padre di pagare i debiti. Un improvviso però rovina il raccolto e per non perdere la casa il padre di Albert è costretto, con il cuore a pezzi, a venderlo ad un soldato che sta per partire per la guerra. Albert si dispera, è troppo giovane per partire a sua volta e i due amici sono costretti a separarsi.

Joy vive diverse avventure sul proprio percorso, conosce uomini buoni e cattivi, rischia la vita diverse volte ed attraversa vari fronti della guerra, passano gli anni ma lui sopravvive. Albert nel frattempo è cresciuto e parte a sua volta per il fronte… 

Tratto dall'omonimo romanzo di Michael Molpurgo, come detto è una favola sui buoni sentimenti, di quelli che solo Spielberg sa risvegliare anche nei cuori più duri. L'amicizia la fa da padrone, valori come onestà e lealtà sono presenti in misura tale che non si può neppure dividere i personaggi tra buoni e cattivi: tutt'al più si può parlare di più sensibili e meno sensibili. Neppure nello scenario orribile della guerra di trincea si trova traccia della dicotomia bene/male, indipendentemente dalla divisa che si porta. Molto bello e molto tenero, ma è anche ciò che fa di questo film una favola per bambini e solo per loro. Nonostante la storia sia ben narrata e girata dignitosamente (a tratti anche bene), oltre una certa età si fa presto a storcere il naso più di una volta per l'eccessivo melò.

Peccato, perché dopo il divertente e azzeccato “Tintin” ci si aspettava un bis da parte di Spielberg, che invece fa scadere un buono spunto e una buona prestazione degli attori (Emily Watson e Peter Mullan su tutti, ma anche David Thewlis) in una mediocre produzione di cui ci si dimenticherà da qui a un mese. Consigliato a chi deve ancora entrare nell'adolescenza.

Paolo Failla

Sano di mente nonostante un'infanzia con classici Disney e cartoni animati giapponesi, il battesimo del fuoco arriva con i film di Bud Spencer e Terence Hill, le cui opere sono tutt'ora alla base della sua visione sull'ordine del cosmo. Durante l'adolescenza conosce le opere di Coppola, i due Scott, Scorsese, Cameron, Zemeckis, De Palma, Fellini, Monicelli, Avati, Steno e altri ancora. Su tutti Lucas e Spielberg . Si vocifera che sia in grado di parlare di qualsiasi argomento esprimendosi solo con citazioni varie. Ha conosciuto le vie della Forza con una maratona di Star Wars di oltre 13 ore.

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