Vuoi il credito d’imposta? Allora non pagare

“Il racket e l'usura si combattono con la testa, col cuore ma anche con la tasca”. Cosi'
ha sintetizzato l'assessore per l'Economia Gaetano Armao, alla presentazione delle clausole inserite nelle norme per l'accesso al credito d'imposta che partirà a metà marzo. Armao, durante la presentazione del corso “Contrasto all'usura e al racket” organizzato dall'Università di Palermo e dalla Guardia di Finanza ha anticipato i provvedimenti contro il pizzo che in seconda battuta saranno estesi anche ad altre fonti di incentivazione erogate dalla , che si occupano delle norme anticorruzione e antinflazione e che saranno inserite nel disegno di legge sulla semplificazione amministrativa che nei prossimi giorni sarà discusso dall'Ars.
“Nel definire questa iniziativa – ha spiegato l'assessore – siamo partiti da una semplice considerazione: rendere conveniente, oltre che eticamente doveroso, a commercianti e imprenditori il rifiuto del racket. A tal fine chi fa richiesta di accedere al credito
d'imposta dovrà dichiarare, sotto la propria responsabilità, di non aver omesso di denunciare pressioni estorsive nei tre anni precedenti alla presentazione dell'istanze e di impegnarsi a non cedere al vile ricatto del pizzo, pena la decadenza del beneficio
concesso e la restituzione delle concessioni fiscali. La Regione in questo modo, – ha aggiunto Armao – fa la sua parte nell'azione di contrasto al racket. Siamo convinti che così le imprese potranno valutare meglio le conseguenze di tali azioni e l'opportunità del credito d'imposta, anche in relazione all'abbandono di vecchie e inaccettabili pratiche di connivenza col fenomeno del racket mafioso. Chi non intende abbandonare pratiche ormai inaccettabili, lascerà questa opportunità alle imprese che
hanno deciso di seguire comportamenti virtuosi e fuori dalla melma del pizzo alla mafia”.

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