#Vistidall’albero. Lo “sfruttamento” del Pilone e l’importanza delle parole

Sebastiano Pino
Sebastiano Pino

L'assessore Sebastiano Pino ha battuto un colpo. Quindi, almeno lui c'è! Si riparla di affidare in gestione a privati il Pilone di Torre per attività anche commerciali.

Leggiamo che il Dipartimento Patrimonio del Comune di Messina, del quale Pino ha la delega assessoriale, ha pubblicato un avviso per manifestazione di interesse “all'affidamento in gestione pluriennale anche per lo sfruttamento economico del manufatto”.

La notizia ci stupisce non poco, dopo aver letto gli scritti di alcuni esegeti del sindaco Accorinti, che fanno risalire proprio alla sua scalata, pardon, alla sua ascensione al Pilone, l'inizio, il primo passo di un percorso che si sarebbe concluso con la consacrazione al soglio sindacale.

Credevamo che per gli apostoli, i discepoli e i fedeli del verbo accorintiano il Pilone fosse considerato un luogo sacro e quindi intoccabile.

Ci sbagliavamo, dunque, non prevedendo un processo di secolarizzazione così rapido della Chiesa accorintiana. Da laici quali siamo ne prendiamo atto con favore e fantastichiamo sulle possibili affascinanti e suggestive  attrazioni che questa Tour Eiffel in tono minore potrebbe riservarci.

Ci sia consentita solo una piccola annotazione: perché utilizzare il termine sfruttamento? Troviamo che sia una parola brutta e violenta, che lascia pensare ad un utilizzo indiscriminato delle risorse e dei beni comuni.

Ci sembra stridente che questo termine sia usato da una Giunta che è, o dovrebbe essere, orientata ad un uso più dolce e compatibile di territori e beni.

Suggeriamo quini di sostituire sfruttamento proprio con uso o utilizzazione, perché le parole non sono altro che la traduzione del pensiero e , come dice Moretti, sono importanti. Buona giornata dall'albero!

 

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