Via delle Mura, un falso storico blocca il recupero

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Via delle Mura vista dall\'alto

Via delle Mura è un vicolo cieco parallelo al viale Regina Margherita non molto conosciuto ma ormai frequentatissimo e popolato a causa delle nuove palazzine, di una scuola privata ospitata al San Luigi, del centro sportivo C.S.P. e del gruppo scout Messina XIII. Centinaia, talvolte anche migliaia di persone, che si muovono nel degrado e tra baracche perenni. Attraversandola, è impossibile non notare erbacce, asfalto vecchio e rattoppato, immondizia, animali randagi e le casette a ridosso della stretta stradina che consente il transito di un'auto alla volta. Molte delle casette sono vuote, abbandonate e ormai sono solo un ricovero per animali e sono poche quelle abitate dai proprietari o affittate.

Chi ci abita parla di un ipotetico progetto di bonifica della zone che prevede anche l'eliminazione delle baracche, che risalirebbe ad almeno 15 anni fa. Ovviamente non ci sono certezze e nessuno sa niente di preciso. I funzionari comunali interpellati sono caduti dalle nuvole e ci hanno detto che non esiste alcun progetto di recupero per via delle Mura. Anche la strada è di competenza di Palazzo Zanca, ma le richieste di allargamento, che comporterebbero l'abbattimento del muro, sono cadute nel vuoto.

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Il muro che impedisce l\'allargamento della strada

In ogni caso, la via delle Mura non presenta alcunché di pregevole dal punto di vista storico o architettonico. Fu chiamata cosi perchè le sue mura seguono il percorso della cinta daziaria istituita da Ferdinando II di Borbone che serviva al Portofranco nell'800 e che comprendeva il borgo Zaera e parte di quelli della Boccetta e di San Leone. In ogni caso, la gran parte di questa fu abbattuta con l'abolizione dello stesso Portofranco una trentina di anni dopo.

Nulla a che vedere quindi con il cinquecentesco muraglione con cui spesso la si confonde e che si utilizza come giustificazione per lasciare tutto com'è.

Anche se non è un'arteria importante, gli abitanti della zona pretendono opere di sistemazione e la pulizia della strada. „Ormai questa via è troppo affollata –spiega Giovanna Spadaro, che abita nella zona- ed il transito di macchine è maggiore rispetto agli anni scorsi. Spesso si creano ingorghi provocati dalle auto posteggiate e poi c'è la sporcizia, che è visibile a tutti“.

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Il cancello abusivo che chiude la strada

Diverso il punto di vista di Valeria Bruno, che sostiene che “la bonifica non si deve fare, perché è tutto genuino e autentico cosi com'è. Certo, probabilmente dico cosi perchè ci sono legata affettivamente, visto che qui c'è la casa nella quale è nato mio nonno“. Invece un'opera di bonifica sarebbe l'ideale per vivere meglio in un ambiente più pulito e sano -ribatte Alessia Rizzo,anche perchè ci sono molti bambini che ci abitano e che la attraversano ogni giorno: trovare immondizia ed erbacce per strada o fossi dove rischiano continuamente di cadere non è l'ideale“.

Andando avanti fin quasi alla fine della via, a ridosso dello storico muro, nel suo lato interno, esisteva un vicoletto, l'antica via Pietro Marquet, libera e transitabile che adesso è chiusa e delimitata da due cancelli che ne ostruiscono il passaggio e che l'hanno trasformata abusivamente in una proprietà privata senza alcun intervento da parte di chi ne ha la competenza.

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