Trasporti sullo Stretto, l’Orsa invia denuncia all’Antitrust

Porto Tremestieri
Il porto di Tremestieri

Le ordinanze anti TIR hanno di fatto avuto come conseguenza immediata un monopolio del traghettamento di auto, moto e pendolari in città a vantaggio degli armatori privati e il sindacato Orsa chiama in causa l'Antitrust.

“Dopo la recente ordinanza del sindaco di Messina che impedisce lo sbarco dei mezzi gommati pesanti alla Stazione Marittima e alla Rada San Francesco) –spiega Mariano Massaro, segretario generale Orsa Sicilia, nella lettera inviata all'Antitrust- la società BluFerries, controllata RFI a partecipazione pubblica, ha dirottato l'attività di traghettamento dei TIR verso l'approdo di emergenza di Tremestieri, dove non sono consentiti lo sbarco e l'imbarco promiscuo con i mezzi pesanti,  abbandonando di fatto il porto tradizionale e il traghettamento di automobili e pedoni a eccezione del collegamento passeggeri con mezzi veloci sovvenzionato dallo Stato e in regime di proroga temporanea fino a dicembre.

Il gruppo privato Caronte&Tourist invece, mantiene in servizio qualche unità della propria flotta nella Rada San Francesco in previsione di saltuarie deroghe che consentano lo sbarco dei TIR nel cittadino e al contempo opera sistematicamente con il traghettamento di automobili e pedoni”.

Secondo l'Orsa, questo stato di cose ha determinato “una sorta di monopolio che vede la flotta Caronte&Tourist detenere la totalità del traghettamento di auto e pedoni” e chiede all'Antitrust di “verificare se nello Stretto di Messina sussista ancora un equilibrio del mercato o se invece si sia innescato il predominio di una sola azienda, che potrebbe abusare del proprio potere imponendo ai consumatori prezzi troppo elevati o chiudendo l'accesso ai potenziali concorrenti”.

E non è tutto. Perché il sindacato autonomo segnala all'Authority “l'anomalia nell'approdo di Tremestieri: il bando di gara dell'Autorità Portuale di Messina per la gestione dell'infrastruttura è andato deserto e attualmente l'approdo è affidato agli stessi armatori che vi operano con le loro flotte.

L'accordo di interlining tra gli operatori, sottoscritto nel 2006 e presentato come temporaneo è invece ancora valido. Inoltre, la carente funzionalità del porto richiede continui di manutenzione e di il cui onere nel bando di gara era interamente a carico di chi se lo sarebbe aggiudicato. Quest'ultima circostanza, se riproposta, rischia di essere controproducente, in quanto potrebbe rendere non appetibile la partecipazione alla nuova gara da parte di soggetti diversi dall'attuale concessionario.

A riguardo è bene evidenziare che l'integrazione verticale tra terminalista e armatore può generare preoccupazioni concorrenziali per i rischi di chiusura del mercato e di conflitti di interesse ad essa correlati.

Preoccupazioni che nel caso di Messina sono particolarmente fondate, posto che a pochi vettori risulta attribuito l'uso esclusivo e congiunto di un'infrastruttura essenziale per l'accesso al mercato”.

Nella nota all'Antitrust Massaro sottolinea anche che “non risultano infatti allo stato disponibili approdi alternativi per il traffico merci nello Stretto idonei a soddisfare le esigenze di tutela ambientale perseguite dal Comune di Messina. L'uso dei porti cittadini –conclude- è consentito ai soli vettori esistenti, seppur in via emergenziale, in mancanza di soluzioni concrete ai problemi di funzionamento del porto di Tremestieri”.

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