Tornano a Messina le icone della chiesa di San Nicolò. Nel pomeriggio l’inaugurazione della mostra con il presidente Crocetta

Icona bizantina epoca normanna museo regionale Maria Accascina Messina
Una delle icone in mostra al Museo

Quello tra la Sicilia e la cultura bizantina fu un dialogo appassionato. Dall'epoca normanna fino a tutto l'800, le tracce di una conversazione durata sette secoli si sono depositate sulla pittura dorata e brillante di una collezione di icone greche che finalmente torna a casa. A Messina, dopo oltre 100 anni.

Il Museo Regionale Maria Accascina ospita, da oggi fino al 26 maggio, la mostra “Immagine e scrittura. Presenza greca a Messina dal Medioevo all'età moderna”. Fortemente voluta dal segretario della comunità ellenica dello Stretto Daniele Macris e realizzata grazie alla Fondazione Federico II, la mostra riporta a Messina il corredo di icone rinvenute sotto le macerie della chiesa greca di San Nicolò dopo il del 1908 e portate in salvo da due navi della Marina Militare Greca, giunte in città per soccorrere la popolazione colpita dal sisma.

L'inaugurazione della mostra sarà questo pomeriggio alle 18, alla presenza del presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e per l'occasione il Museo rimarrà aperto fino alle 24. Forse anche per sopperire all'assenza, quest'anno, della Notte della Cultura. Questa mattina, durante la presentazione alla stampa, è stato messo in risalto il valore dell'esposizione: il tentativo della città di recuperare quel dialogo con la cultura bizantina e, in tempi più recenti, greco-ortodossa, che senza dubbio contribuì a costituire l'ossatura dell'identità messinese e siciliana.

Giovanni Ardizzone inaugurazione icone bizantine epoca normanna Rosario Crocetta
Il tavolo dei relatori

“Con questa mostra -spiega il presidente dell'Ars e della Fondazione Federico II Giovanni Ardizzone – vogliamo che turismo e beni culturali comincino a camminare di pari passo. Abbiamo proposto l'unione dei due assessorati al presidente della Regione Crocetta, allo scopo di attuare una programmazione organica che veda protagonisti il turismo e la cultura”.

Ardizzone accenna al turismo perché dopo il 26 maggio la mostra si sposterà a Palermo, nella Sala Duca di Montalto di Palazzo dei Normanni, meta di grandi flussi di visitatori stranieri in estate.

Messina dunque non rinuncia al suo grande evento d'arte annuale. “Con una mostra come questa, la città torna a respirare” dice Ardizzone. Presente anche Anastasia Lazaridou, direttore generale del Museo Bizantino e Cristiano di Atene, dove le opere sono custodite in via permanente, e, naturalmente, Giovanna Bacci, direttore del Museo Regionale Maria Accascina, che ha annunciato che presto inizieranno i lavori di completamento della nuova sede museale e di di quella attuale, secondo quanto previsto dal Programma Operativo FESR 2007-2013.

La mostra “Immagine e scrittura” affianca alle icone bizantine, richieste nel corso dei secoli dalla comunità ellenica messinese ai più importanti artisti greci come Michaìl Damaskinòs, anche una collezione di icone conservate nei magazzini del Museo Regionale e ora finalmente tornate alla luce. Ma il percorso espositivo riserva spazio anche a un gruppo di 17 manoscritti provenienti dal monastero greco San Salvatore e custoditi nella Biblioteca Regionale Giacomo Longo.

Icona Mittiga IMG 0294 copiaLa mostra avrebbe dovuto vedere la luce nel 2012, dopo un lavoro preparatorio di circa tre anni. Lelio Risitano, direttore della Fondazione Federico II, illustra i costi dell'operazione: 130 mila euro (70 mila dei quali forniti dall'Assessorato Beni Culturali per le spese assicurative e di trasporto) e i restanti 60 mila dall'Ars e dalla Fondazione, per l'allestimento dello spazio espositivo curato dall'architetto Gianfranco Anastasi e dalla professoressa Caterina Di Giacomo e per la realizzazione del catalogo della mostra, ricco di contributi di studiosi e storici dell'arte.

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