#Teatro. Shakespeare Horror Story, viaggio negli abissi dell’animo umano

Al centro della foto Daniele Gonciaruk con alcuni suoi allievi.
Al della foto Daniele Gonciaruk con alcuni suoi allievi.

Un palcoscenico e dei fondali decisamente invidiabili, 35 allievi della Scuola Sociale di Teatro, sette opere di Shakespeare e un regista-attore, Daniele Gonciaruk. Sono questi gli ingredienti di Shakespeare Horror Story, andato in scena al Forte San Salvatore per cinque giorni nella prima metà di luglio e poi replicato a furor di popolo il 29, 30 e 31 luglio. Uno spettacolo diretto con mano sapiente, attenta e innovativa da Gonciaruk, che interpreta ottimamente anche Tito Andronico, protagonista dell'omonima tragedia shakespeariana. Accanto a lui i suoi 35 allievi, la maggior parte dei quali giovani (e un paio di loro davvero promettenti), più alcuni un po' agée ma ugualmente impegnati. Cornice della messinscena è la tragedia più truce del Bardo (e forse anche per questo tra le meno rappresentate), il Tito Andronico, che via, via, nelle 24 stazioni allestite all' del Forte San Salvatore grazie a uno speciale accordo con la Marina Militare, spalanca la porta su Amleto, Macbeth, Romeo e Giulietta, Re Lear, Riccardo III e Otello.

Shakespeare_Horror_Story_Sicilians1A fare da filo conduttore sono l'orrore, la violenza e l'abisso che può raggiungere l'uomo dominato dalla brama di potere. Che sia quello politico o l'essere padrone del destino altrui in virtù dei legami familiari. Un saggio scolastico certo, ma anche una notevole prova di regia e interpretazione per Gonciaruk, che inevitabilmente spiccava sugli altri attori. “Non so che dire -ha dichiarato dopo i primi sold out. Ha vinto Shakespeare e questi ragazzi con lui. Hanno vinto la passione e il coraggio. O forse l'incoscienza. Ha vinto il passaparola. E ha vinto anche e soprattutto chi ci ha dato fiducia, credendo in questo progetto fin da subito. Spero abbia vinto anche il Teatro. E forse i miracoli, grandi o piccoli che siano, esistono davvero”.

Accanto a Gonciaruk anche Alessia Arena, Pina Battiato, Anna Bellinghieri, Annamaria Biondi, Chiara Brancato, Giancarlo Cacopardo, Marco Calafiore, Gabriele Celona, Enza Ciacchella, Gaetano Citto, Mirella Deodato, Rita Di Blasi, Lucia Di Pietro, Eugenio Enea, Antonino federico, Francesco Foti, Doriana Garufi, Mara Giannetto, Gianluca Gugliandolo, Maria Laganà, Maria Marchetta, Agostino Nicosia, Daniela Orlando, Rosalba Orlando, Giusi Piccione, Camilo Pigneri, Antonio Previti, Kevin Rigano, Giuliana Runza, Giuseppe Sgrò, Claudio Trifilò, Emanuela Ungaro, Sabrina Samperi e Stefano Stagno.

 

 

 

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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