Teatro di Tindari, accorato appello di Ricciardi alla Regione: “Non rinunciamo!”

SICILIA.  Accorata e determinata lettera aperta del direttore artistico del Tindari festival Anna Ricciardi al Governo Regionale. La missiva, indirizzata al presidente Nello Musumeci, anche nella sua veste di assessore ai Beni culturali, e all'assessore al Turismo e spettacolo Manlio Messina. Questo quanto esposto da Ricciardi. “Che nessuno pensi che si possa parlare di rinascita senza cultura. E il Teatro è cultura. Il teatro greco di Tindari è cultura. La Sicilia non è nota per le industrie siderurgiche, per i treni ad alta velocità o per la Borsa valori, anzi è famosa nel mondo per esserne priva- Eppure la Sicilia rimane un luogo mitico! Continua a rimanere tale esclusivamente per il patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico. Ed è proprio dal cuore di questo patrimonio, da Tyndaris, dal suo teatro e dal suo festival, che nasce la richiesta agli assessori preposti della Regione siciliana di creare insieme nuovi scenari. Eravamo tutti inevitabilmente col fiato sospeso, ma adesso che bisogna ripartire Tindari continua a rimanere sospesa. Chiediamo al presidente Musumeci e all'assessore Messina di aprire un tavolo di lavoro per definire un'apertura e una fruizione al pubblico di tutti i luoghi archeologici e culturali all'aperto. Secondo le proposte già avanzate dall'AGIS, l'Associazione generale italiana per lo Spettacolo, i all'aperto come i teatri antichi possono essere riorganizzati per una ripartenza a luglio. Un festival di 64 anni e un teatro di 2.300 chiedono d'incontrarvi quanto prima. Siamo pronti per un festival nuovo, che rinuncerà alla sua programmazione originaria non realizzabile per quest'anno, ma siamo decisi a non rinunciare a fare teatro, a fare arte. A non rinunciare alla cultura che è immune, perché eterna. A non rinunciare, come fatto in tutti questi anni in cui si è lanciato il cuore al di là degli ostacoli, misurandosi con passione impavida e a maggior ragione adesso siamo pronti a non rinunciare, ora che questo tempo ha sradicato la vanitas e ha sviscerato l'essenza della vita che va gridando, in questo silenzio attonito, la sua feroce verità. A non rinunciare ora più che mai alla sublimazione di quel rito antico che è catarsi necessaria, fondante e benefica. Anzi questa sarà una sfida, un impulso irrefrenabile per la nostra creatività, per la nostra capacità di reinventarci, come di fatto, è il teatro stesso re-invenzione. Il festival ha sempre puntato a quei “palcoscenici aperti” che sono i luoghi storici e i monumenti identitari della comunità e che oggi si propongono come scenari per nuove espressioni artistiche. Sarebbe auspicabile che gli operatori e i direttori degli enti pubblici insieme ai rappresentanti di compagnie e associazioni della musica e dello spettacolo venissero interpellati per scambiare proposte, alternative, esigenze. Noi rischiamo di non farcela… Non abbiamo una Fondazione alle spalle e relativa autonomia economica. Il nostro settore è in grossissime difficoltà, le piccole e medie compagnie oltre il comparto tecnico, invisibile ai più, sono al collasso. È necessario varare misure che azzerino o riducano di gran lunga i condizionamenti di gestione del teatro antico, impossibili i termini del decreto attualmente in vigore! È necessario ripensare ad allestimenti strutturali minimi che permettano in tempi brevi la fruibilità dei siti. Chiediamo di realizzare un circuito regionale ossia una stagione condivisa tra i teatri antichi di Sicilia che permetta ancor di più di sostenere le compagnie e gli artisti, i tecnici e tutti i professionisti di settore in un'ottica di collaborazione reciproca. Tindari è, sul versante tirrenico, l'unico teatro antico ammirato da tutti e suggestivo come pochi! Qui c'è un incanto che si reitera nei secoli: i venti sussurrano antichi canti, gli dei sorrisero, la lingua di terra sacra accoglie e salva, e una Mater veglia, guardiana, dall'altura del golfo. Sarebbe un peccato mortale non poterne ancora una volta ammirarne le bellezze”.

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