#Teatro. Agosto in…Fiera, Lucia Sardo ne La madre dei ragazzi
Ha preso il via, al quartiere fieristico, il variegato cartellone di spettacoli con inizio alle 21.15, promosso dalla People on the Move con la collaborazione della Rete di Drammaturgia Contemporanea Latitudini per l'organizzazione degli spettacoli teatrali, e della Società Cooperativa Sinfonietta Messina per quelli musicali.
Dopo l'atteso appuntamento inaugurale con Enrico Lo Verso che, nel 150° anniversario dalla morte di Luigi Pirandello, porta in scena questa sera, l'intenso monologo Uno, nessuno, centomila, domani, martedì 22 agosto in scena Lucia Sardo con La madre dei ragazzi – Vita e lotta di Felicia Impastato in collaborazione con la Rete Latitudini. Lucia Sardo, attrice siracusana di cinema e teatro, interprete del film I cento passi, di Marco Tullio Giordana, nel ruolo di Felicia Impastato, intende con questo spettacolo rivolgere un omaggio a Felicia che con la sua lotta costante ha dato una nuova speranza alla Sicilia, speranza di riscatto e cambiamento.
Una delle partigiane più determinate della resistenza contro la mafia, Felicia Impastato, è morta a Cinisi a 88 anni. Nel 1978, il figlio Peppino fu ucciso con una carica di tritolo, lei, Felicia, era la moglie di un mafioso e, se avesse seguito il codice della mafia, avrebbe dovuto tacere e imporre all'altro figlio il dovere di compiere la vendetta. Felicia, che, proprio attraverso Peppino, aveva intuito che altri erano i valori di cui farsi carico, ha interrotto la faida, non ha risposto con la vendetta, non ha ribattuto col delitto, ma ha preteso che fosse lo Stato a punire l'assassino di suo figlio.
Non fu dunque facile per lei trasgredire il codice della mafia, eppure non ha esitato ad affrontarla apertamente, prima costituendosi parte civile contro ignoti e in seguito, attraverso dichiarazioni, interviste, aperte denunce a indicare in Tano Badalamenti l'assassino di suo figlio. Con la sua ostinazione, il suo coraggio era riuscita, anche se ben ventiquattro anni dopo la morte del figlio, a vederne conclusa l'inchiesta con la condanna all'ergastolo di Tano Badalamenti.
Sono stati lunghi anni di lutto, senza cedimenti. Non perdeva occasione per dare un senso alla morte di Peppino, per farne un simbolo della lotta anti-mafiosa trasformando la sua casa in un luogo d'incontro, una casa della memoria che è stato stimolo e testimonianza dove far rivivere gli ideali della lotta di Peppino e trasmetterlo alle nuove generazioni. Gli avvenimenti narrati con trasporto e forza dalla Sardo alternano momenti di lotta ad attimi di vita quotidiana, nel tentativo di ridare un ritratto di questa donna scevro di ideologia e mito.
Mercoledì 23 agosto invece sarà la volta della coppia Maniaci D'Amore, la messinese Luciana Maniaci e il barese Francesco D'Amore propongono il loro primo spettacolo Il nostro amore schifo, (Drammaturgia Francesco d'Amore e Luciana Maniaci, regia e luci Roberto Tarasco). Il nostro amore schifo è un'indagine arguta e umoristica sul sentimento intricato della gioventù, sezionato e fatto a pezzi da due figli del nostro tempo, ingenui eppure spietati. Uno spettacolo di parola, una storia di non-amore durata tutta una vita e condensata nel giro di un'ora, tra momenti sublimi e cadute umilianti. Una guida illustrata della prima esperienza sentimentale, letta come rito di passaggio obbligato prima di consacrarsi alla tiepidezza e alla stabilità dell'età adulta.
Lo spettacolo ha debuttato nel 2009, rivelando il talento drammaturgico della compagnia Maniaci d'Amore e da allora non smette di girare l'Italia. Nel 2016 ha toccato la vetta di 120 date. La forza di Il nostro amore schifo è nel testo, in questo gioco di compiere una carrellata velocissima su una storia lunga, sorprendente, piena di alti e bassi. Ogni scena è un'istantanea della loro parabola. Lo strumento che la scatta è la comicità corrosiva, surreale, il lento svelarsi di quell'ironia atroce che è nascosta sotto ogni storia d'amore troppo chiassosa per essere pura. L'essenzialità delle scene e la rigorosa macchina drammaturgica sono così al servizio di uno spettacolo amaro e divertente incentrato su due personaggi profondamente contemporanei, disillusi, inetti, cattivi e irresponsabili. Una parabola sull'amore al tempo del mondo liquido e della fine di ogni certezza, che regala da cinque anni risate nere, commozione e motivi di riflessioni a un vasto pubblico di appassionati spettatori.