#Taormina. Rubano vino pregiato e poi chiedono il riscatto, arrestati tre catanesi
Chiedono il riscatto per 200 bottiglie di vino pregiato, ma le telecamere li incastrano. Alle prime luci dell'alba i Carabinieri della Compagnia di Taormina, in collaborazione con quelli di Paternò, hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Messina (su richiesta della Procura peloritana) a Biancavilla e Adrano per i reati di furto aggravato in concorso e tentata estorsione, sempre in concorso. In manette Salvatore Santangelo (classe'78 residente ad Adrano, in provincia di Catania) Alfio Petralia e Antonino Nicosia (classe '69 e '91, residenti a Biancavilla, provincia di Catania).
L' operazione, denominata Tiramisù e condotta dagli uomini dell'Arma, nasce nel maggio 2016 quando dei malviventi, dopo essersi introdotti di notte con il viso coperto da passamontagna all'interno del noto ristorante di Taormina Tiramisù, dopo avere forzato il lucchetto d'ingresso e danneggiato l'allarme e il sistema di videosorveglianza interno ed esterno, si sono impossessati di 200 bottiglie di vini pregiati per un valore di 40.000 euro.
Le modalità usate per commettere il reato sono state estremamente violente: la vetrina posta a protezione di vini completamente in frantumi, il sistema d'allarme sradicato dal muro e lanciato per renderlo inservibile all'interno di un bidone contenente dell'acqua, il lucchetto e la porta laterale sinistra distrutta. Il locale era stato completamente messo a soqquadro e quasi distrutto.
Successivamente, i tre malviventi non hanno esitato a richiedere il pagamento di un riscatto minacciando, in caso contrario, la distruzione dell'intera refurtiva. In sostanza, gli indagati hanno applicato la nota formula del cavallo di ritorno, che in questo caso ha colpito uno dei settori tipici della cittadina ionica, ovvero la ristorazione di qualità. In seguito alla denuncia sporta dal proprietario i militari dell'Arma iniziavano un'intensa indagine che portava presto all'individuazione dei tre soggetti arrestati. Le indagini hanno consentito di accertare come il mandante del colpo fosse Santangelo, mentre gli altri erano stati materiali esecutori. Petralia, in particolare, era il palo e l'autista dell'auto utilizzata per caricare e trasportare la refurtiva.
Catturati gli autori del reato, gli stessi sono stati condotti Salvatore Santangelo nella Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza, mentre Alfio Petralia e Antonino Nicosia presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari a disposizione dell'Autorità Giudiziaria di Messina.