#Taormina. Arrestati gli autori di una rapina a mano armata in una gioielleria I NOMI E LE FOTO

Arresti rapina Taormina arma 27-10-2015 cDalle prime ore di stamane la Polizia di Stato sta eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 malviventi, ritenuti responsabili di una rapina a mano armata in una nota gioielleria di corso Umberto a Taormina.

Le indagini condotte dai poliziotti del Commissariato P.S. di Taormina riguarda il colpo messo a segno il 15 aprile scorso, quando i rapinatori fecero irruzione con violenza nella gioielleria e minacciando con un'arma portarono via denaro e preziosi per oltre 450 mila euro.

In questi mesi di attività investigativa sono stati ricostruiti i  fatti, individuati gli autori della rapina e rinvenute le armi utilizzate e parte della refurtiva. Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà nella  di Messina alle 11.

Aggiornamento delle 12.49

Sono stati arrestati stamattina all'alba gli autori della rapina dello scorso 15 aprile ai danni della gioielleria Rocca 1794 di Taormina.

Arresti rapina Taormina arma 27-10-2015 bI poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Taormina, coadiuvati dalle Squadre Mobili di Messina e Catania, hanno arrestato Giuseppe Scordo, 35 anni, Ivan Piacente, 26 anni e Giuseppe Tasco, 25, tutti catanesi.

Indagini serrate della Polizia di Stato hanno permesso di delineare l'identità dei tre che, lo scorso aprile, armati di pistola, hanno fatto irruzione all'interno della gioielleria di corso Umberto, già presa di mira nel settembre del 2014. Tra i rapinatori, anche allora, Giuseppe Scordo, arrestato stamattina.

Il colpo di aprile ha fruttato preziosi per un valore stimato di oltre 450.000 euro. Gioielli per quasi 300 pezzi, denaro contante e una decina di orologi delle più prestigiose marche. I rapinatori non hanno poi esitato a portare la commessa in una toilette all'interno del negozio, provando a legarle i polsi, per poi scappare via.

Un colpo organizzato nei minimi dettagli con sopralluoghi ripetuti nei giorni precedenti alla rapina per non lasciare nulla al caso. Schede vergini e cellulari a portata di mano per comunicare ogni piccolo passaggio e avvertirsi a vicenda che tutto andasse secondo i piani.

E' stato proprio il traffico telefonico ad aiutare gli investigatori a risalire ai rei, a capire i percorsi fatti, a incastrare identità e rapporti reciproci. La Polizia è riuscita così a recuperare parte della refurtiva e le pistole utilizzate per il colpo, nonché altre armi dall'alto potenziale nocivo.

Oggi l'esecuzione dell'ordinanza a carico dei tre, emessa dal GIP di Messina Monica Marino su richiesta del Sostituto Procuratore Annalisa Arena.

 

 

 

 

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