Spaccio di droga in provincia, in 13 finiscono nella rete dei carabinieri

Smantellata un'organizzazione criminale, composta anche da giovanissimi, attiva nello spaccio di marijuana e cocaina lungo la provincia tirrenica. A scoprire e smantellare l'organizzazione i carabinieri al termine dell'operazione denominata “Lock Drugs” che ha portato all'emissione di tredici misure cautelari, così come disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Patti Andrea La
Spada, su richiesta del procuratore capo di Patti Angelo Vittorio Cavallo.

In particolare, una persona è finita agli arresti domiciliari, sei dovranno rispettare l'obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza con prescrizioni per i destinatari di non allontanarsi dalle loro abitazioni dalle 21 alle 7 di tutti i giorni, altri sei avranno l'obbligo di presentazioni alla polizia giudiziaria.

L'attività di indagine è nata da alcune segnalazioni, ricevute dai carabinieri della stazione di Falcone relative a possibili attività di spaccio di sostanze stupefacenti, specie tra giovanissimi, principalmente ad opera di due soggetti di Falcone già noti ai militari. I primi riscontri, operati per circostanziare quanto segnalato, hanno consentito di effettuare il rinvenimento di sostanze stupefacenti nonché l'acquisizione di messaggistica avvenuta tramite i moderni sistemi di comunicazione dei social network, ritenuta meno vulnerabile sotto il profilo del monitoraggio investigativo.

In tale fase i carabinieri hanno anche acquisito le denunce della madre di un consumatore di sostanze stupefacenti che si era appropriato di beni di famiglia per venderli ed impiegarne il ricavato nell'acquisto di droga.

I primi riscontri investigativi hanno consentito al sostituto procuratore di Patti, Federica Urban, di delegare ai militari ulteriori indagini anche attraverso lo sviluppo di attività tecniche di intercettazione di comunicazioni telefoniche e di videosorveglianza mediante l'istallazione di telecamere all'esterno dell'abitazione di uno degli indagati, assiduamente frequentata da consumatori di droghe.

L'esito delle investigazioni condotte con l'impiego di intercettazioni telefoniche e con l'espletamento dei tradizionali servizi di Polizia Giudiziaria tra cui osservazioni, controlli e pedinamenti, ha portato all'emersione di una più vasta attività di spaccio di marijuana e cocaina che ha consentito di allargare l'ambito delle indagini, sia soggettivamente che geograficamente, portando alla luce l'operatività di altri soggetti attivi nell'ambito territoriale compreso tra Falcone e Barcellona Pozzo di Gotto, passando per Terme Vigliatore e Mazzarrà S. Andrea.

I partecipanti al gruppo criminale investigato hanno palesato, benché alcuni di giovane età, grande esperienza nel settore dello spaccio delle droghe, adottando accorgimenti per eludere la polizia
giudiziaria, quasi mai sbilanciandosi telefonicamente e comunicando sistematicamente mediante uso di linguaggio codificato e tramite canali social, in particolare WhatsApp e Instagram, indicando le droghe contrattate con nomi convenzionali del tipo “Ciccia”, “Bomba”, “Caffè”, “Basilico”, “Medicina”, “Schedina”, “Computer verde”, “Sigaretta”.

L'attività si spaccio di stupefacenti non si è interrotta neppure durante il periodo di lockdown imposto dall'emergenza epidemiologica della pandemia da covid-19, e l'attivismo nell'attività di vendita al dettaglio dello stupefacente anche in quel periodo di stringenti limitazioni ha dato lo spunto per il nome dell'operazione. Ma la pandemia, è stata anche un'opportunità di guadagno per gli spacciatori infatti le restrizioni hanno reso più difficoltosa la circolazione della droga sul mercato e l'effetto è stato quello di fare lievitare i prezzi al dettaglio della sostanza stupefacente, raddoppiando il costo di un grammo di marijuana, pagato anche 20 euro dai consumatori al grammo.

Carmelo Amato

Il giornalismo è la sua ragione di vita. Indistruttibile, infaticabile, instancabile, riesce a essere sul posto “prima ancora che il fatto succeda”. Dalla cronaca nera allo sport nulla gli sfugge. È l’incubo degli amministratori comunali, che se lo sognano anche di notte e temono i suoi video e i suoi articoli nei quali denuncia disservizi e inefficienze e dà voce alle esigenze dei suoi concittadini.

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