#Sicilia. Tragedia nel Canale di Sicilia, le reazioni di Renzi e Mucat

SAR 14.11.14 NAVE ORIONEContinuano a susseguirsi le dichiarazioni dopo il naufragio a largo della Libia. Renzi ha presieduto un vertice a Roma con ministri e militari, mentre Malta e Italia si riuniranno domani per chiedere all'Unione Europea un maggiore impegno nel Mediterraneo.
Niente demagogia almeno oggi. La battaglia di tutti deve essere contro i trafficanti di esseri umani. Sono i nuovi schiavisti #Mediterraneo“. Lapidario il tweet del presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi che ha tenuto nel pomeriggio un Vertice straordinario a palazzo Chigi a cui erano presenti alcuni ministri e i comandi militari.

Il primo ministro maltese Joseph Muscat, che sarà domani a Roma per incontrare Renzi, chiede un piano a lungo termine e un maggiore impegno dell'Unione Europea.

“Ci troviamo davanti a una tragedia immane che deve scuotere la comunità internazionale e richiama all'impegno i Paesi dell'Unione Europea – ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La morte di centinaia di profughi manifesta la totale insufficienza delle iniziative assunte fin qui dalla comunità internazionale rispetto alla conseguenze delle guerre, delle persecuzioni, delle carestie che flagellano tanta parte dell'Africa e del Medio Oriente. Occorre una iniziativa umanitaria che coinvolga, oltre all'Unione Europea, gli organismi internazionali e le agenzie dell'ONU per che affrontino l'emergenza sin dai Paesi di origine. Mi auguro che la sensibilità ai diritti umani prevalga sull'indifferenza che spesso sconfina nel cinismo”.
“Dobbiamo reagire, e subito. Basta con i minuti di silenzio, basta con lo scaricabarile, bisogna attuare un pressing costante su Consiglio e Commissione perché a Triton subentri una MareNostrumEU – dichiara Michela Giuffrida, parlamentare europeo del PD. Ho proposto alla delegazione PD e al gruppo S&D del Parlamento Europeo – annuncia l'eurodeputato – di dar vita ad una catena umana di solidarietà attorno al Parlamento a Strasburgo. Un segnale, umano e politico, di condivisione e sensibilizzazione per un dramma che da troppo tempo aspetta risposte”
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Armando Montalto

Tra la metà dei Novanta e i primi Duemila ha cambiato città, paese e occupazione con la rapidità di un colibrì. Insomma, questo quarantenne messinese, dopo aver fatto consegne a Canal Street, parlato in nome della UE, letto Saramago, tirato sassi sul Canal Saint Martin e bevuto fiumi di birra ha deciso. Tornare a casa, mettere su famiglia e la testa a posto. Oggi si divide tra libri, mare e famiglia. Intanto, prova a scrivere e a raccontare Messina.

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