#Sicilia. Regione incapace. Lo spreco dei Fondi Strutturali: l’analisi di LabDem
Analisi impietosa quella di Francesco Barbalace, coordinatore regionale di LabDem Sicilia, sulla ,
“In una fase di difficile congiuntura economica come quella iniziata con la crisi finanziaria del 2009 e con la drammatica condizione occupazionale nella quale si trova la regione Sicilia (dal 2008 al 2014 si sono persi nell'isola oltre 124 mila posti di lavoro), ogni risorsa economica a disposizione dovrebbe essere spesa per fronteggiare la crisi e sostenere la crescita di produzione ed occupazione -scrive Barbalace.
Cosa è avvenuto invece con l'ingente somma di fondi strutturali da investire in infrastrutture materiali e immateriali nel ciclo di programmazione 2007-2013? Cerchiamo di capire quante risorse avevamo a disposizione all'inizio della programmazione, quante ne sono state allocate nei PAC, quante ne sono rimaste nei programmi regionali e quante ne rischiamo di perdere.
Cominciamo dall'inizio. Nel 2007 l'Europa decide di mettere a disposizione per il ciclo di programmazione 2007-2013 nella regione Sicilia 2,1 miliardi di Fondo Sociale Europeo (FSE) e 6,5 miliardi di Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR).
Si chiamano fondi strutturali perché dovrebbero servire entrambi per costruire le infrastrutture di base per rendere più competitivo un territorio. Il FSE finanzia le infrastrutture immateriali (formazione, istruzione e ricerca), il FESR finanzia le infrastrutture materiali (strade, scuole, laboratori, porti e ferrovie).
In sostanza oltre 8,6 miliardi da spendere dal 2007 al 2013 per lo sviluppo della regione insieme alle altre risorse comunitarie (2,1 miliardi per il Piano di Sviluppo Rurale) e nazionali (ex FAS, ora Fondi di Sviluppo e Coesione). Che fine hanno fatto queste risorse?
Concentriamo la nostra attenzione sul FSE. Per il FSE dai 2,1 miliardi iniziali, nel 2012 si decide, per evitare di perdere le risorse non impegnate, di spostare parte della propria dotazione (452 milioni) nel Piano di Azione e Coesione, uno strumento creato appositamente dal governo nazionale (dall'ex ministro Barca) per aiutare le regioni in difficoltà di spesa.
In sostanza il governo nazionale si riprende parte del cofinanziamento ai fondi strutturali, ma contemporaneamente li mette a disposizione delle regioni per appositi piani di spesa. In Sicilia si realizza il famoso Piano Giovani con queste risorse. Una partita di giro che permette alle regioni di non restituire alla Commissione Europea le risorse non impegnate.
Nel 2014, per le stesse ragioni, l'FSE Sicilia effettua una seconda riprogrammazione, spostando sul PAC altri 242 milioni di euro. In sostanza nel FSE 2007-2013 dei 2,1 miliardi di euro, a ottobre 2012 (insediamento del governo Crocetta) rimangono nell'FSE 1,39 miliardi, avendo spostato 700 milioni nel PAC. Queste risorse FSE vanno spese e certificate entro il 31 dicembre 2015, altrimenti dovranno essere restituite a Bruxelles, che le destinerà ai Paesi più virtuosi.
A marzo di quest'anno rimanevano da certificare ancora 389 milioni di euro del FSE 2007-2013. Considerato che in 6 anni e mezzo siamo riusciti a certificare solo 1 miliardo di euro di FSE sembra arduo riuscire a certificare un altro 40% in 6 mesi. Pertanto il rischio serio è di perdere risorse fondamentali in questa drammatica fase economica si potevano utilizzare per scuole, università e centri di ricerca siciliani, evitando l'emigrazione forzata di laureati e ricercatori.
Ci sono ancora margini ristretti per salvare tali risorse, tramite l'uso dei cosiddetti “progetti retrospettivi” (quelli che nelle passate programmazioni erano chiamati progetti “sponda” o progetti “coerenti”) che permettono di certificare nel FSE progetti già realizzati con fondi nazionali.
Ma per riuscire in questa operazione complessa, che potrebbe liberare risorse per comuni, università e centri di ricerca, serve innanzitutto la volontà politica, costruendo un gruppo di lavoro apposito che si occupi esclusivamente della chiusura del programma FSE 2007-2013 e della spesa e certificazione di questi 389 milioni di euro.
Considerato quello che è avvenuto con le risorse del Piano Giovani (452 milioni) e del Piano Straordinario per l'Occupabilità (242 milioni), risorse dell'FSE Sicilia non spese in tempo e trasferite nel PAC, non sarebbe la prima volta che la Regione Siciliana riesce, prodigiosamente, a perdere risorse importanti per l'economia.
Infatti, il governo nazionale, avendo verificato che di questi 694 milioni al 31 dicembre 2014 eravamo riusciti a impegnarne meno di 200, ha deciso nella legge di stabilità 2015 di tagliarci 178 milioni per destinarli al finanziamento degli sgravi contributivi previsti nel Jobs Act per gli assunti a tempo indeterminato.
In sostanza, per i ritardi nell'impegnare le risorse PAC a disposizione dal 2012 (non ci contestano di non averle spese, ma che in due anni e mezzo non siamo riusciti nemmeno ad impegnarle) la Regione Siciliana ha perso 178 milioni di FSE. Altri 622 milioni, per le stesse ragioni, sono le risorse che il governo nazionale si prenderà dal FESR.
Quindi siamo riusciti nell'impresa di restituire poco più di 800 milioni di euro allo Stato per non essere riusciti nemmeno a impegnarli e il governo nazionale li impiegherà per sgravi contributivi senza dubbio molto più utilizzati nel centro-nord rispetto al Mezzogiorno.
Una perdita netta di risorse, la cui responsabilità è dovuta principalmente all'instabilità politica (tre governi in due anni e con un vorticoso cambio di assessori) ed alla scarsa attenzione nell'uso di questi strumenti (Fondi Strutturali) sempre più indispensabili per lo sviluppo. Soprattutto nella prospettiva di riduzione continua di trasferimento di risorse ordinarie da parte del governo nazionale alle regioni.
In conclusione: a fronte di tutti gli indicatori economici ,in Sicilia, in continuo inarrestabile regresso, possono il governo regionale, i partiti che lo sostengono e, perché no?, anche i singoli deputati continuare a ritenere che alla sostanziale crisi strisciante del governo stesso, mai seriamente ricomposta, si possa continuare a rispondere con “chiacchiere virtuose”?”.