#Sicilia. Il fronte del no unito contro Crocetta:”Dimettiti”

Referendum costituzionaleCon la vittoria dei No, arrivano inevitabili anche le richieste di dimissioni per il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta. “Il risultato del referendum in Sicilia non è solo la bocciatura del governo Renzi, ma, soprattutto, del suo maggiore sponsor nell'isola: il governo del PD e di Rosario Crocetta -dichiarano i portavoce del Movimento 5 Stelle. Adesso dimissioni e parola ai cittadini, c'è da rimettere una Sicilia al lavoro e non può farlo chi ha perso in maniera così sonora. Grazie di cuore a tutti i cittadini siciliani che hanno dichiarato, con questo voto, la voglia di cambiare la nostra terra”.

“Gli Italiani si sono espressi in maniera chiara contro la riforma costituzionale bislacca -commentano Vincenzo Figuccia e Angelo Figuccia di Forza Italia, rispettivamente deputato regionale siciliano e consigliere comunale di Palermo. Via, dunque Renzi e suoi accoliti ed alleati interessati solo al mantenimento del potere. Finisce l'epopea del Renzi giramondo senza nessun voto dei connazionali. Brindiamo alla libertà, al popolo sovrano ed alla Costituzione non sfigurata da una riforma mostruosa”.

“Il 4 dicembre 2016 i cittadini italiani si sono riconosciuti nella Costituzione nata dalla Resistenza -puntualizzano dal PRC Sicilia. In Sicilia, con il No che supera il 70% dei voti e con lo straordinario risultato di Catania al 75%, la sconfitta del Sì segna la debacle di Crocetta, Bianco, Alfano, Faraone, del ceto politico trasformista dell'UDC e di NCD di Sicilia Futura, di Confindustria Sicilia, delle corporazioni professionali, di una classe dirigente parassitaria, responsabile della condizione disastrosa del Sud. Lavoriamo ad una alternativa politica e sociale capace di ascoltare il grido di rivolta contro l'establishment che arriva dalla generazione zero diritti; condannata alla precarizzazione a vita, al futuro senza pensione, alla schiavizzazione dei voucher. Il Prc Sicilia si impegna per proseguire l'esperienza splendida dei Coordinamenti per la Democrazia Costituzionale, ponendo l'obiettivo di realizzare le condizioni per garantire rappresentanza a chi ha espresso un No sociale e  democratico, già a partire dagli appuntamenti delle amministrative e delle siciliane del 2017″.

“Con questo straordinario voto popolare gli italiani hanno dato due segnali precisi: hanno bocciato in maniera inequivocabile la riforma costituzionale di Renzi difendendo la Costituzione nata dalla Resistenza e hanno detto no al partito della Nazione: il progetto politico di Renzi di costituire un partito centrista, neodemocristiano, filo-banche e Confindustria -aggiunge Massimo Fundarò di Sinistra italiana. Un'operazione da novello gattopardo, che parlando di rottamazione aveva imbarcato gli Alfano, i Verdini e gli eredi di Cuffaro. In Sicilia questo trasformismo ha avuto la sua plastica rappresentazione nel parterre che ha acclamato Renzi al Politeama nella giornata di chiusura della campagna elettorale.I siciliani hanno compreso, più degli altri, questa mistificazione e lo hanno testimoniato con una delle percentuali più alte d'Italia. Noi di Sinistra Italiana ripartiamo da questo straordinario risultato per costruire un' alternativa di governo anche in Sicilia”.

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