Sergio Campolo, la coerenza alla lunga paga

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Sergio Campolo, allenatore dell'ACR
Nel mondo del calcio le persone serie si possono contare sul palmo di una mano. Le frasi pronunciate sullo sport più bello del mondo difficilmente rispecchiano i pensieri di chi le proferisce e spesso, chi non “mangia” pallone dalla mattina alla sera, etichetta la totalità degli addetti ai lavori come “bambinoni viziati”, ipocriti e falsi. Nella stragrande maggioranza dei casi, i luoghi comuni corrispondono a verità, ma ogni tanto, capita di trovare un amante del rischio, pronto ad inimicarsi un'intera piazza per difendere i propri pensieri, le proprie idee. Ed a volte, succede pure che la piazza apprezzi, riconoscendo l'onestà della persona, accettandola e stimandola proprio per quel suo modo di essere così diversa. Questa è la storia d'amore tra Messina e Sergio Campolo, reggino doc, inguaribilmente innamorato dei “nemici calcistici” della propria città. Di questo e molto altro abbiamo discusso con il nuovo allenatore del Messina:

Sergio Campolo, cosa significa per lei, che è stato capitano del Messina da giocatore, sedere adesso sulla panchina giallorossa?

“Una soddisfazione immensa. Messina è una grandissima piazza, carica di valori calcistici non comuni. Ovvio che essere qui è per me motivo di grande orgoglio ed in più mi sento a casa. E' come se allenassi a Reggio Calabria, non c'è nessuna differenza tra le due piazze. Inoltre, si tratta sicuramente di un'occasione unica per la mia carriera da allenatore. Lo considero un importantissimo punto di partenza”.
La sua squadra è stata assemblata in pochi giorni. Nonostante questo, sono stati ingaggiati giocatori di categorie superiori. Quanto si avvicina questo gruppo alla compagine ideale che avrebbe creato se fosse stato a Messina sin da questa estate?
“Al momento non mi sembra opportuno fare paragoni, ma sicuramente 4-5 elementi che sono stati acquistati adesso, avrebbero fatto parte anche di quell'ipotetica squadra”.
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Sergio Campolo, quando giocava nel Messina
Quali sono le difficoltà di gestire un gruppo che non ha mai lavorato insieme?
“L'unico problema è la condizione fisica. Al momento la squadra non è neanche al 50% della proprie potenzialità. Per quanto riguarda il resto, l'intelligenza tattica e la grande esperienza dei giocatori che sono arrivati a Messina, mi consentono di lavorare senza problemi. Ho chiesto alla proprietà dei calciatori esperti, che sapevo si sarebbero adattati perfettamente alla situazione. Per fortuna sono arrivati”.
Vista la situazione di classifica, quali sono gli obiettivi del Messina a questo punto della stagione?“Solo ed esclusivamente la salvezza. La classifica parla chiaro: al momento non possiamo ambire ad altri obiettivi, anche perché non abbiamo ben chiara neanche la situazione dei probabili punti di penalizzazione, figlia delle gestioni passate. Dobbiamo mantenere la categoria, per poter ottenere nella prossima stagione qualche beneficio degno dell'ACR”.
Allude al ripescaggio?
“Ovviamente. Se la Lega non li abolirà, Messina non può non ottenerlo. Non credo che in ci siano altre squadre che possano competere con il Messina per storia, risultati e bacino d'utenza”.
Nel 2001, quando arrivò a Messina, garantì il massimo impegno per la causa giallorossa, ma disse che non avrebbe mai baciato la maglia giallorossa in quanto lo aveva già fatto con quella della Reggina. Un discorso cristallino ed onesto, ma che forse le ha causato qualche problema.
“E' vero, dissi queste parole, ma fui onesto allora e lo sono adesso. Amo incondizionatamente entrambe le due piazze, ma Reggio Calabria è la mia città. E' naturale, almeno per me, fare un discorso del genere. Credo che alla lunga l'onestà paghi perché adesso la gente riconosce in me questa qualità. Ho sempre detto quello che penso, senza peli sulla lingua. Ricordo che dieci anni fa, qualcuno non accettò il mio ragionamento, ma credo che la stragrande maggioranza dei tifosi del Messina capì le mie parole ed alla lunga i frutti si sono visti. Ovvio che nessuno può ottenere l'unanimità dei consensi, ma sono felice di essere stato trasparente con questa città che mi ha dato tantissimo e che spero di poter ripagare da subito”.
In chiusura, cosa si sente di dire ai tifosi giallorossi, dopo questi anni di frustrazioni.
“Che ci impegneremo al massimo per far dimenticare loro tutti i torti subiti. Noi abbiamo bisogno dei nostri tifosi, del loro sostegno, anche se non biasimo chi sta a casa. Le prese in giro sono state parecchie. Sarà nostro compito riportarli al San Filippo. La società lo merita, dopo le risorse investite. Questo gruppo ha l'obbligo di riportare l'entusiasmo in città e sono sicuro che ci riuscirà”. Parola di mister Sergio Campolo.

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