Scandalo sanità Sicilia: ondata di commenti indignati dalla politica e dal mondo del lavoro
SICILIA. Non tardano ad arrivare i primi aspri commenti su “Sorella Sanità”, l’operazione della Guardia di Finanza di Palermo che ha visto finire in carcere 10 tra imprenditori e funzionari pubblici in Sicilia. Nel mirino degli inquirenti alcune gare indette dalla Centrale unica di committenza della Regione siciliana e dall’ASP 6. Sulla vicenda è intervenuto stamane il presidente della Regione Nello Musumeci, che ha dichiarato: “Deve essere chiaro a tutti che la sanità non è un business. Avevamo visto giusto quando abbiamo approvato in giunta una delibera sulla CUC e poi adottato misure per l’affiancamento di CONSIP. Chi ruba, se accertato, non merita di aver ricevuto la stima di tante persone perbene. La Regione sarà Parte civile e ho dato disposizioni di passare al setaccio tutte le gare perché anche procedure iniziate nel 2016 come quelle oggetto dell’indagine odierna, possono avere prodotto i loro effetti in epoca successiva”. Forte indignazione nel commento dell’eurodeputato del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao. “Giù le mani dalla sanità – dichiara il parlamentare. I reati contestati ai vertici della sanità siciliana che in piena emergenza COVIID-19 pensavano a intascare tangenti e mazzette sono gravissimi e dimostrano che il sistema è marcio fino al midollo. Intascare tangenti sulla pelle dei cittadini durante un’emergenza sanitaria è da esseri immondi. Fino a quando ci saranno nella sanità ‘capi condomini’ e spartizione di interessi avremo purtroppo storie raccapriccianti come questa. Ecco perché urge cambiare le regole: via la politica dalla sanità una volta per tutte e massima trasparenza negli appalti pubblici. Ringraziamo gli uomini della Guardia di Finanza e del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo per l’indagine lunga e complessa. Il loro lavoro è una garanzia per tutti i siciliani onesti e speranza di un futuro migliore”. Frattanto intervengono pure i deputati pentastellati all’ARS. “La politica – dichiarano – ancora una volta si conferma incapace di riformare un sistema dove si annidano i pericoli maggiori di corruttela e malaffare. Assistiamo a direttori generali che vediamo recitare sempre