Rom, costruire il futuro con le proprie mani

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Gli uomini della comunità Rom al lavoro

Qualcosa si muove. Anzi, a giudicare dal gran trambusto attorno al villaggio Matteotti è molto più di qualcosa a muoversi. Prosegue a pieno regime il lavoro di autocostruzione della comunità Rom, iniziato il 20 agosto scorso nell'ambito del progetto “Case e lavoro” dopo la da parte del Comune di uno stabile chiuso da circa vent'anni e ora messo a disposizione di chi vuole preparare un futuro per la propria famiglia, come appunto la comunità dell'ex campo di San Ranieri,sgomberato circa due anni fa.

L' alle Politiche Sociali Dario Caroniti, grazie anche al supporto di altre organizzazioni come l'ARCI e la Caritas, ha dato il via ad un progetto che ha raggiunto pure i quotidiani nazionali: dare la possibilità ai ragazzi Rom di ristrutturare lo stabile assegnato loro, dividendolo in appartamenti per i singoli nuclei familiari. Il tutto, assistiti dai due tecnici comunali Carmelo Lembo e Flavio Corpina, che lavorano a titolo gratuito.

In un'atmosfera di grande emozione, gratitudine ma anche di speranza, è il capo della comunità Rom Ferizai che rende al meglio queste sensazioni. “Abbiamo dovuto aspettare -racconta- ma finalmente tutto è partito e per questo non smetterò mai di ringraziare l'amministrazione di Messina per l'aiuto e l'assistenza che ci hanno dato e che ci stanno dando. L'assessore Caroniti ha fatto tanto per noi e di questo siamo molto contenti. Speriamo di poter finire presto, così alcune famiglie inizieranno ad occupare gli appartamenti. Per il resto, l'unica cosa che aspettiamo è un lavoro, perché senza quello è impossibile vivere bene. Vediamo cosa farà il commissario Croce”.

Una nuova vita dice Ferizai, ma guardandosi indietro nelle sue parole c'è anche un po' di nostalgia per San Ranieri. “I nostri figli sentono la mancanza  del campo, sono tutti nati là, sono cresciuti vicino al mare e ogni volta piangono a pensarci. Però la vita continua…”. Autocostruzione8

Le buone intenzioni di tutti non hanno ancora trovato una completa accoglienza da parte della cittadinanza. “Il sindaco Buzzanca ci ha detto che ormai siamo cittadini messinesi -ricorda- ma quotidianamente c'è un po' di diffidenza tra i nostri vicini verso noi”.

Le loro sono storie di altri paesi, come il Kosovo ed il Montenegro, martoriati da una guerra che ha costretto migliaia di persone alla fuga in vari Paesi. “Molti di noi sono fuggiti anche in America per cercare un futuro –spiega Ferizai- lontano da una guerra sporca e ingiusta. Anche se nessuna guerra è giusta”. Prima di salutarci c'è anche per ringraziare Renato Accorinti, da sempre impegnato nella lotta per i diritti dei Rom. “Quando il professore non passa a salutarci per molto tempo ci manca –ammette sorridendo”. E poi torna a lavorare insieme agli altri, per costruire un futuro diverso per la sua comunità.

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