#Regione. Falcone, Forza Italia, teme per il futuro dei lavoratori della formazione

Il presidente del Gruppo di Forza Italia all'Assemblea Regionale Siciliana
Marco Falcone

“Quattromila lavoratori della Formazione hanno perso il lavoro e rischiano la cassa integrazione” – Falcone è preoccupato per la sorte di questi uomini e donne.

 Da Palermo, Marco Falcone, Presidente di FI, Forza Italia, all'Ars, Assemblea regionale siciliana, lancia l'allarme: “I circa quattromila lavoratori espulsi dal mondo della Formazione professionale rischiano di non poter percepire l'assegno della cassa integrazione perché del Lavoro e INPS l'hanno congelata ”.

Sulla vicenda Falcone ha presentato un'interrogazione parlamentare indirizzata al Presidente della Regione e all'Assessore dell'Istruzione e della Formazione Professionale, il deputato accusa l'Assessorato di lasciare gli uomini e donne licenziati dal comparto Formazione di non avere trovato una risposta rapida ed efficace.

“Tale personale – si legge nell'interrogazione – che, di fatto, ha perso il posto di lavoro, vedendo svanire anche l'appiglio di un paracadute sociale, vive un grave di disagio e costernazione che può sfociare anche in tragiche azioni eclatanti. Dall'Assessorato alla Formazione, continua il testo del capogruppo di Forza Italia, si apprende che si attende la rimodulazione dei Fondi Europei della vecchia programmazione 2007-2013 di cui 242 milioni di euro sono stati destinati a misure per il lavoro e 150 di questi per coprire la quota di cassa integrazione che gli stanziamenti statali non soddisfano e che la superiore rimodulazione verrà attuata intorno al mese di marzo, ma poiché al 7 gennaio risulta un debito nei confronti dell'INPS di 43 milioni relativi al 2014 di conseguenza la cassa integrazione al momento è bloccata”.

Falcone chiede: ”di adottare una procedura d'urgenza per rendere subito disponibili le risorse per gli ammortizzatori sociali, in modo da sbloccare i fondi della cassa integrazione per i gli uomini e le donne della Formazione affinché, oltre la perdita del posto di lavoro, non subiscano ulteriori disagi economici”.

 

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Armando Montalto

Tra la metà dei Novanta e i primi Duemila ha cambiato città, paese e occupazione con la rapidità di un colibrì. Insomma, questo quarantenne messinese, dopo aver fatto consegne a Canal Street, parlato in nome della UE, letto Saramago, tirato sassi sul Canal Saint Martin e bevuto fiumi di birra ha deciso. Tornare a casa, mettere su famiglia e la testa a posto. Oggi si divide tra libri, mare e famiglia. Intanto, prova a scrivere e a raccontare Messina.

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