Real steel

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Paese: India, U.S.A.

Genere: Azione

Durata: 127 minuti

Regia: Shawn Levy 

Discreta prova per Levy e ottima per Hugh Jackman in questo film prodotto da Spielberg e Zemeckis, che prende diversi spunti riuscendo nella difficile di non copiare niente.

La boxe è cambiata molto negli ultimi anni ma Charlie Kenton, ex pugile che si è visto scavalcare dai tempi è deciso a non mollare. Da boxeur si trasforma in allenatore-meccanico per i nuovi atleti che il pubblico esige: giganteschi robot che cercano di demolirsi a pugni sul ring. Purtroppo gli affari non vanno bene, Charlie è sommerso dai debiti e in più si ritrova con un figlio cui badare, dato che la moglie è morta.

Lo affiderebbe volentieri alla sorella della moglie, ma riesce ad ottenere 100.000 dollari dal marito di lei se baderà al ragazzo almeno fino alla fine dell'estate, visto che loro hanno in programma una lunga vacanza. L'inizio non è dei migliori, il figlio si rivela una testa calda ancor più del padre, ma poi la passione per la boxe robotica li accomuna e tra una disgrazia e l'altra, sempre litigando e a corto di soldi, trovano in una discarica un vecchio robot di nome Atom, su cui il ragazzo decide di puntare.

La cosa sembra funzionare, inizia ad arrivare qualche soldo e il piccolo Atom comincia a farsi un nome ed è invitato a partecipare alla lega nazionale. Incredibilmente vincono, suscitando abbastanza interesse perché i manager del robot campione del mondo, il terribile Zeus, accetti la loro sfida per il titolo, ma le disgrazie sono dietro l'angolo: perdono tutti i soldi e come se non bastasse la sorella della moglie è di ritorno dalla vacanza e vuole riprendere il bambino con sé. 

Charlie e suo figlio Max dovranno mettercela tutta per restare uniti… Un po' Pinocchio, un po' “Rocky” e “Over the top”, nonché un pizzico di “Acciaio”, splendido racconto di fantascienza di Richard Matheson, autore anche di titoli quali “Io sono leggenda”. Shawn Levy, come detto, crea una storia tenera e sui buoni sentimenti che sebbene mostri cazzotti per buona parte del tempo, riesce a non essere violenta. I toni della favola ci sono tutti. Si parte dal niente e si ottiene il massimo, lavorando su un rapporto padre figlio complicato, sulla fiducia in se stessi e sul divertimento. Jackson si muove bene in un film orientato più verso i giovanissimi che verso i giovani e i tempi lunghi del film (oltre due ore) non si fanno sentire, nonostante la mancanza di una sceneggiatura davvero efficace. Consigliato a tutti.

Paolo Failla

Sano di mente nonostante un'infanzia con classici Disney e cartoni animati giapponesi, il battesimo del fuoco arriva con i film di Bud Spencer e Terence Hill, le cui opere sono tutt'ora alla base della sua visione sull'ordine del cosmo. Durante l'adolescenza conosce le opere di Coppola, i due Scott, Scorsese, Cameron, Zemeckis, De Palma, Fellini, Monicelli, Avati, Steno e altri ancora. Su tutti Lucas e Spielberg . Si vocifera che sia in grado di parlare di qualsiasi argomento esprimendosi solo con citazioni varie. Ha conosciuto le vie della Forza con una maratona di Star Wars di oltre 13 ore.

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