#Ragusa. Sfruttamento della prostituzione, arrestati quattro nigeriani

Polizia operazione baba loaLa Polizia con l'operazione Baba Loa ha disarticolato un'associazione a delinquere transnazionale dedita alla tratta di esseri umani. La Procura Distrettuale Antimafia di ha emesso quattro fermi. Le vittime sono tutte donne nigeriane sottoposte a rito voodoo e costrette a prostituirsi per pagare un finto debito di 30 mila euroTante le minorenni sottratte alla tratta di esseri umani dalla Polizia.

I poliziotti dello Servizio Centrale Operativo (SCO) e della Squadra Mobile di Ragusa hanno eseguito i provvedimenti di fermo di indiziato di delitto nei confronti di quattro nigeriani: la 23enne Ejiro Oghene Ogagaoghene conosciuta come Faith, il 32enne Ogaga Oghene Oju, la 27enne Angela Oboh e la 26enne Felicia Kelechi Izogie conosciuta come Eva. I primi due sono stati bloccati con la collaborazione dei poliziotti di Novara, gli altri con l'appoggio degli agenti di Ferrara e di Napoli.

Polizia Napoli (1)I quattro sono gravemente indiziate di avere costituito un'associazione dedita alla tratta di giovani donne nigeriane, illegittimamente introdotte in Italia per avviarle alla prostituzione. Inoltre, i reati sono aggravati dalla transnazionalità, in quanto commessi in Libia, Nigeria e Italia. “Ed ancora sono indiziati di aver approfittato dello stato di estrema indigenza in cui versavano le vittime, mediante l'inganno della promessa di un lavoro lecito e con minacce di mali ingiusti per sé e per i propri familiari tramite riti voodoo, reclutavano e introducevano nel territorio italiano donne al fine di indurle e costringerle a prestazioni lavorative di tipo sessuale, con l'aggravante di aver commesso i fatti reato, al fine dello sfruttamento della prostituzione e per aver cagionato grave pericolo per la vita o l'integrità fisica e psichica della persona offesa” – spiegano dalla Questura di Ragusa.

Una ragazza è stata liberata dal Servizio Centrale Operativo, dalla Squadra Mobile di Ragusa e di Novara nel centro cittadino piemontese, doveva pagare 25 mila euro per essere libera. La rete criminale aveva dei punti di riferimento in Libia, Nigeria e in diverse regioni d'Italia.

Le indagini sono partite nel febbraio scorso quando il 14 tra i 126 migranti sbarcati a Pozzallo vi erano numerosissime donne di origine nigeriana. E così, grazie all'opera di mediazione di una giovane interprete nigeriana, la Squadra Mobile è riuscita a raccogliere la testimonianza di una giovanissima migrante che ha raccontato agli investigatori la sua tremenda esperienza.

La donna ha raccontato di essere stata contatta in Nigeria da alcuni connazionali che le offrivano un futuro migliore, fatto di studi e lavori come baby sitter o badante. Considerata la sua gravissima situazione finanziaria, così come quella della sua famiglia, la giovane accetta di raggiungere l'Italia, inoltre, le avevano detto che non avrebbe dovuto pagare nulla, salvo poi rimborsare la somma versata per lei di 400 euro.

Al fine di proteggerla dagli spiriti del male, gli organizzatori la portavano per un  rito voodoo da un baba-loa, figura religiosa tradizionale molto diffusa e rispettata, soprattutto nelle zone non musulmane della Nigeria meridionale. Il baba-loa benedice la partenza delle donne, sottoponendole a un rito ben codificato, che prevede tra l'altro il taglio di una ciocca di capelli, di peli del pube e delle unghie. “Ci serviranno per pregare per te, ma tu ricordati che se non onorerai i tuoi debiti morirai“, così le avrebbero detto prima di partire, minacciando anche la sua famiglia.

La ragazza, rassicurata che in Italia sarebbe stata protetta, ha consegnato agli ispettori della Polizia un numero di telefono di una delle criminali. “L'ho dovuto imparare a memoria; mi avevano detto che una volta giunta in Italia avrei dovuto contattare questa donna e che lei mi avrebbe aiutato prelevandomi proprio presso la città di sbarco” – ha spiegato la giovane.

Dopo lunghe indagini sono stati individuati ben tre network criminali operanti in Italia nelle tre città ove si è proceduto alle catture Novara, Ferrara e Napoli. I punti in comune che hanno legato in questa indagine quanti impegnati nelle varie città erano proprio i soggetti operanti in territorio straniero.

Durante gli arresti, a Novara, è stato possibile sottrarre una donna alla rete criminale che si trovava in casa dei suoi sfruttatori

“La vittima, peraltro giovanissima, ha riferito di essere stata sottoposta al rito voodo anche se non ha voluto specificare nulla proprio perché credeva nella magia nera. In concreto avrebbe dovuto pagare, l'affitto di casa; della piazzola di dove si prostituiva in strada; il vitto e poi anche il debito già contratto all'atto della partenza. In pratica sarebbe restata legata ai debiti per anni” – aggiungono dalla Polizia.

Al termine delle catture tutte le persone indagate sono state identificate dalla Polizia Scientifica e poi condotte nelle carceri più vicine al luogo di esecuzione del provvedimento di fermo.

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