#Ragusa. Operazione Flex, sgominata banda di romeni specializzata in furti

Cartellone Rumeni ridotto Polizia Ragusa 16-4-16 sicilians (3)

 

 

Con l'Operazione Flex la Polizia ha disarticolato un'associazione a delinquere che operava in tutta la Sicilia.

In poco più di tre mesi, tredici uomini e una donna, tutti romeni, hanno commesso furti per quasi un milione di euro ai danni di concessionarie, negozi di elettronica, impianti fotovoltaici e tabaccherie di tutta la Sicilia. Le indagini sono scattate dopo un furto da circa centomila euro circa) in un deposito di elettrodomestici.

La Polizia durante il blitz ha trovato oltre trenta auto rubate in concessionarie e a privati e sono stati sventati dodici furti. Sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto su provvedimento del pubblico ministero Francesco Puleio della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, diretta da Carmelo Petralia: il ventiquattrenne Costel Balan, detto Bush, il ventitreenne Ilie Alexadru Corodeanu, detto Sandi, il trentunenne Ionut Petrinel Hagiu, detto Petrin, il trentenne Bogdan Lacatus, detto Bobi, il trentaseienne Iulian Moise, detto Mitru, il ventinovenne Marin Marcel Nedelcu, la ventinovenne Mihaela Plesea, il trentenne Alexandru Ionel Roman, il venticinquenne Florin Stoian, e Cristian Zanoaga, detto Cristi, di ventun'anni.

Il gruppo criminale era specializzato in furti presso concessionarie, difatti, dopo aver effettuato una riunione preventiva presso casa di uno degli arrestati, andavano presso il concessionario già individuato durante precedenti sopralluoghi per commettere il furto. I membri dell'associazione utilizzavano il navigatore satellitare del telefono cellulare, segnando sulla mappa interattiva i luoghi da depredare ed a seconda della tipologia di merce e del valore del furto, li contrassegnavano sullo smartphone con una, due o tre stelline.

La donna era quasi sempre l' del gruppo, perché durante l'attesa dei correi, non destava sospetto nel caso di controlli della Polizia. Mihaela Plesea prelevava il gruppo che doveva occuparsi del furto presso le loro abitazioni, lo accompagnava sul posto e si allontanava un paio di chilometri. Attendeva una telefonata o un contatto via radio per ritornare a prelevare i correi. Se qualcosa andava male perché interveniva la Polizia, l'accordo era quello di fuggire a piedi per le campagne limitrofe ai luoghi appositamente scelti con vie di fuga facili e l'indomani, altri complici sarebbero andati a riprenderli.

Tutto era studiato nel minimo dettaglio, i membri erano sempre in contatto via radio (anche queste rinvenute e sequestrate), così da non rischiare di essere intercettati telefonicamente. Molte volte si accampavano con tende nelle campagne limitrofe ai depositi di materiale elettronico, agendo prevalentemente nelle zone industriali delle città.

Quando operavano su concessionarie auto, i sodali entravano all'interno dei grandi parcheggi e appena individuate le auto con le chiavi inserite nel quadro di accensione, veniva dato il via, tutti salivano a bordo dell'auto da rubare (a volte anche 8 contemporaneamente) ed uno tagliava con il flex (da qui il nome dell'operazione) il cancello per poi fuggire.

Proprio l'uso del flex abbinato a una mazza ferrata di grosse dimensioni hanno permesso di effettuare ulteriori riscontri in quanto sono tutti strumenti che la Polizia ha sequestrato durante le esecuzioni con contestuali perquisizioni e sequestri.

Dopo aver rubato le auto (tutte di grossa cilindrata per poter fuggire e di grandi dimensioni per caricare la refurtiva), la notte stessa o nei giorni a seguire, si recavano presso tabaccherie o negozi di elettronica. Dopo un sopralluogo rapido degli impianti di allarme, usavano l'auto come ariete per sfondare le vetrate ed in poco più di tre minuti depredavano di ogni cosa le aziende vittime di reato.

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Gli investigatori, dopo aver dato avvio alle indagini, hanno lavorato per tre mesi giorno e notte per individuare tutto il gruppo criminale. I membri della banda, infatti, non andavano tutti insieme a effettuare i furti ma c'era una sorta di rotazione. E quindi sono state necessarie intercettazioni telefoniche e sono state piazzate microspie nelle auto di uno dei membri della banda per ascoltare le conversazioni.

La maggior parte dei furti contestati agli arrestati sono stati commessi prima dell'attività d'indagine della Polizia di Stato, in quanto in virtù del continuo monitoraggio dei criminali i furti da loro pianificati venivano quasi sempre sventati.

Le indagini hanno permesso di stabilire che la pericolosità sociale degli arrestati fosse di rilevante spessore considerato che non si fermavano davanti a nulla e più volte sono fuggi alle Forze di Polizia speronando le auto di servizio (una Volante di Ragusa ed una della Polizia Stradale al casello di Catania verso Messina) o ancora usando violenza contro le persone. Proprio in questo episodio avvenuto durante un furto in una tabaccheria, l'anziana donna intervenuta in quanto preoccupata dai rumori del flex che tagliava la serranda del suo tabacchi, non appena scesa in strada, veniva colpita con un pugno in pieno volto, rovinando a terra, trasformando il furto in rapina.

Gli elementi raccolti durante le indagini hanno permesso al Pubblico Ministero Francesco Puleio di disporre il fermo di indiziato di delitto e nel contempo la misura cautelare d'urgenza è stata convalidata dai GIP nei diversi luoghi dell'esecuzione delle catture, ovvero Catania e Trapani. Il blitz è scattato lunedì 11 aprile, quando ottanta poliziotti appartenenti alla Squadre Mobili di Ragusa e di Catania, alla Polizia Stradale, ai Commissariati di e Modica, hanno dato inizio alle catture che da giorni erano state studiate in ogni minimo dettaglio.

Le indagini durate poco più di tre mesi hanno permesso di appurare che gli associati hanno commesso reati in tutte le province siciliane ma in particolar modo sono stati raccolti elementi in ordine ai reati consumati o tentati ai danni di aziende ragusane, proprio perché l'indagine ha avuto inizio dal territorio ibleo e dagli investigatori della Squadra Mobile di Ragusa. In totale la banda è accusata di quattro  furti a negozi di elettrodomestici e telefonia (la metà commessi a Ragusa. Papino di Vittoria e Inventa di Pozzallo), dieci furti ai danni di concessionarie auto (la metà commessi a Ragusa, Concessionaria Audi S. Tumino, Concessionaria Mercedes di Ragusa “Euromotors SRL”, Rivendita di Auto “Elio Motors Srl” di Modica, Rivendita di auto Autosalone Caruso di Modica e Rivendita di Auto “Elio Motors Srl” di Modica), nove  furti di cavi di rame ai danni di impianti fotovoltaici (la metà commessi a Ragusa e Comiso), una rapina presso una tabaccheria di Catania, nove  furti presso Bar e Rivendite di Tabacchi.

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