Quando i laghi di Ganzirri erano tre

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Pescatori del Faro

I due laghi di Ganzirri una volta erano tre. Oggi riesce difficile immaginarlo, ma fino al 1810 era così. Infatti, oltre al lago di Ganzirri, il cosiddetto il lago grande, e quello di Torre Faro, il lago piccolo, ne esisteva un terzo di medie dimensioni nella contrada Margi.

E proprio quest'ultimo era il più importante dal punto di vista archeologico, perché stando alle fonti dell'epoca sembra che su un isolotto al centro del lago fosse stato eretto un tempio dedicato a Poseidone, divinità pagana particolarmente cara agli abitanti dell'antica Messene.

Secondo un'antica leggenda, anche le acque del lago erano sacre al dio del mare e si diceva che chi le avesse toccate calpestando la striscia di sabbia che dalla terraferma conduceva al tempio sarebbe morto entro l'anno.

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Un'antica immagine del lago di Ganzirri

Da qui il timore che per millenni gli abitanti di Messina nutrirono verso il lago di Margi. Con il diffondersi del cristianesimo il luogo di culto fu abbandonato, mentre la zona divenne malsana e la popolazione iniziò a evitare del tutto di frequentare il posto.

Solo nel 1810 i Borboni, grazie agli inglesi, lo bonificarono e prosciugarono creando un unico canale in grado di collegare gli altri due laghi con il mare.

Come ricorda lo storico Gaetano Oliva: “L'opera che meglio non avrebbe potuto idearsi a favore della dell'isola, e di Messina specialmente -si legge nei suoi Annali– è stato il canale che tagliava a traverso il villaggio del Faro tramite contrada Margi, formando un passaggio per il mezzo del lago piccolo dal mare dello Stretto a quello che è a tramontana della Torre, ossia fra il mare Ionio ed il mar Tirreno.

Questo canale serviva a dare in tempo di guerra il vantaggio di rendere inespugnabile quell'interessante posizione dalla quale avrebbero potuto i francesi attaccare con facilità la Sicilia”.

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