Protesta dei Forconi a Messina contro i prodotti importati

MarianoFerro
Il leader dei Forconi Mariano Ferro

Richichi ha solo minacciato il blocco del porto di Tremestieri per protestare contro l'ordinanza anti TIR, ma Ferro ha invece organizzato la protesta agli imbarcaderi della Caronte&Tourist per sollecitare politiche di sostegno all'agricoltura dell'Isola.

E così stamane niente blocco dei TIR sul cavalcavia della stazione, ma peperoni e pomodorini simil tunisini rovesciati all'interno del serpentone della Rada San Francesco e la distribuzione di volantini che spiegano i motivi della protesta a chi si imbarcava  sui traghetti del Gruppo Franza.

Il movimento dei Forconi è tornato in piazza e con i militanti questa volta c'erano anche alcuni sindaci siciliani. “I pomodorini sono provenienti dalla Tunisia -ha dichiarato il leader dei Forconi Mariano Ferro. Stiamo distruggendo un'economia -ha aggiunto- la stiamo martoriando. Se dobbiamo continuare così siamo pronti in inverno a fare quello che stiamo facendo stamattina. Il governo deve darsi da fare per attuare al più presto le norme di salvaguardia. E' la continuazione di una protesta fatta in modo civile, democratico ed autorizzato. Anche il presidente della Regione Sicilia ha dichiarato qualche giorno fa a Bruxelles che l'agricoltura è in ginocchio -ha puntualizzato Ferro.

Venerdì scorso, per lo stesso motivo i trattori veneti erano insieme ai sindaci veneti in piazza Bra davanti all'arena di Verona per lo stesso motivo. Non è una questione siciliana ma italiana. Da anni diciamo che se continua così saremo sommersi dai prodotti che arrivano dall'estero. Si sta distruggendo un settore che non ce la fa più. Solo a , per esempio ci sono quasi 5 mila esecuzioni immobiliari. Significa che c'è una città sul lastrico. Siccome non è solo Vittoria ma gran parte della terra siciliana, credo che si debbano prendere provvedimenti al più presto. E' quasi una diffida al governo: o si muove o ci muoviamo noi -ha concluso Ferro”. (Fonte AGI) .

Aggiornamento delle 18.27

E ai Forconi arriva anche il sostegno del movimento Cittadinanzattiva Messina, che ha incontrato i rappresentanti “per esprimere il proprio sostegno e la propria solidarietà all'azione che stanno conducendo a tutela dell'agricoltura siciliana, che continua a subire ingenti danni a causa della liberalizzazione degli scambi tra Unione europea e paesi del nord Africa, nel più assordante silenzio del Governo regionale e dell'ARS.

Si deve anche a loro se non esistono misure di salvaguardia dei prodotti della nostra agricoltura. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. I pomodorini che nei supermercati sono etichettati come Pomodorini Pachino, in realtà sono tunisini, gli ortaggi e gli agrumi vengono dal Marocco, ma sono venduti come siciliani,  le patate novelle sono di origine magrebina, i carciofi arrivano dall'Egitto.

Tutto ciò determina in tutta Italia un dannoso eccesso di offerta senza alcun beneficio economico per l'utente. Se la Sicilia avesse rappresentanti, ai vari livelli, degni di tal nome, dovrebbe chiedere e ottenere un'effettiva e maggiore vigilanza sulla correttezza della concorrenza nei territori degli Stati membri Europei, l'istituzione di strumenti comunitari in grado di verificare il rispetto delle concessioni extraeuropee accordate, la certificazione della tracciabilità del prodotto estero che in atto è spesso  commercializzato come “made in Sicily”  mentre è di origine africana, il controllo sui plafond e sul rispetto delle disposizioni igienico-sanitarie e una specifica cabina di regia che coordini tutti gli interventi ispettivi sui prodotti ortofrutticoli in ingresso in Italia, anche sotto il profilo del rispetto degli qualitativi”.

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