Precetti religiosi e personale altrui

tavolaCara Contessa, l'altra sera ero a cena da amici nella zona tirrenica. La nostra ospite ci aveva pregato di arrivare entro le 18.30 per poter ammirare tutti insieme il tramonto. Mentre attendevamo il calare del sole, sono stati serviti gli aperitivi. Accanto a me era seduta una giovane donna straniera, che nel corso della serata ho scoperto essere egiziana, che all'inizio ha sistematicamente rifiutato sia da bere che da mangiare dal personale di che lo offriva. Solo dopo un po', credo fossero passate le 19, ha accettato l'aperitivo alla frutta che le è stato offerto e gli stuzzichini. Quando è arrivato il momento di sederci a tavola, perfettamente apparecchiata, non ho potuto fare a meno di notare che il suo posto non aveva le posate d'argento come tutti ma quelle in acciaio. Dopo cena ho chiesto spiegazioni alla nostra ospite  e lei mi ha spiegato che essendo la donna una musulmana osservante non può utilizzare le posate d'argento. Non ha preso l'insalata perché condita con aceto (che è un derivato del vino e quindi è proibito) e davanti a lei era stato apparecchiato solo il bicchiere dell'acqua.  Quando ho osservato che mi sembrava tutto un po' eccessivo, la mia amica mi ha risposto che in questo periodo c'è il Ramadan e che bisogna rispettare le credenze altrui. Lei che ne pensa? Maresa F.

Gentile Maresa, la sua amica ha ragione. Un'abile padrona di casa cerca di conoscere prima le abitudini dei propri ospiti e cerca di non creare inutili imbarazzi. Per i musulmani il Ramadan è un periodo importantissimo e non sta a noi occidentali, credenti e no, giudicare le loro abitudini. Soprattutto quando non confliggono con le buone maniere. La sua amica è stata impeccabile in tutto, anche se dal suo racconto è evidente che ha dimenticato di avvisare il personale di servizio di non servire nulla all'ospite egiziana prima di un certo orario e di farle condire l'insalata a parte. A noi certe regole possono sembrare incomprensibili, ma visto che secondo il galateo i dettami religiosi devono prevalere sulle consuetudini, ritengo sia meglio rispettarli ed evitare inutili incomprensioni.

Gentile Contessa Lara, la settimana scorsa ho accompagnato una mia amica ad una cena importante. Ero molto intimidita, anche perché non avevo mai visto i camerieri servire a tavola durante una serata in casa. Ad un certo punto ho chiesto del pane al personale, pensando che fosse giusto fare così, ma mentre rientravamo la mia amica mi detto che avrei dovuto chiederlo direttamente alla padrona di casa. Ma è davvero così? Grazie, Chiara L.

Gentile Chiara, la sua amica ha ragione. Quando si è ospiti in una casa privata, ci si  rivolge direttamente alla padrona di casa e non al personale. La medesima regola vale se qualcuno ci invita al ristorante: se la tavolata non è numerosa e ci serve qualcosa lo chiede a chi ci ospita. Inutile sottolineare che le persone educate dovranno comunque evitare, come talvolta ancora capita di vedere, di trattare i camerieri come se fossero trasparenti. A dispetto di quanto sostenevano una volta i libri di galateo, ringraziare con un sorriso chi ci sta servendo a tavola almeno una volta nel corso della cena è un atto di cortesia che nel vero signore è naturale.

Per ricevere i consigli della Contessa Lara scrivete a: redazione.messina@sicilians.it

Contessa Lara

Contessa Lara è il nom de plume di una gentildonna messinese che non ama mettersi in mostra. Fedele agli insegnamenti della sua gioventù (le signore compaiono sui giornali solo tre volte: quando nascono, quando si sposano e quando muoiono) ha deciso di collaborare con noi, ma con discrezione. Ovviamente abbiamo accettato con gioia, sicuri che la sua competenza sarà un prezioso aiuto per chi già conosce le buone maniere e per chi invece ha ancora molta strada da percorrere sulle impervie vie del saper vivere.

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