Politica. Lettera aperta ai candidati sindaco da un messinese residente a Treviso

Palazzo ZancaMESSINA. Da Simone Barbaro, un nostro lettore originario di Messina e residente a Treviso da alcuni anni, riceviamo e pubblichiamo: “Ill.mi Candidati, non sono stati ancora resi noti i programmi elettorali delle prossime amministrative, speriamo di non attendere a lungo visti i bisogni e le priorità della città messinese, questi probabilmente coincideranno su parecchi annosi punti ormai riproposti in ogni campagna elettorale come baracche, aiuole, disoccupazione, RSU… sarà quindi più semplice per noi, fare le loro analisi. Mi interessa però fornire un nuovo contributo, in modo costruttivo e dialogico, affinché l'attività di chi sarà eletto sindaco, accettando responsabilità civili e politiche, sia destinata in modo particolare alle esigenze dei cittadini, ai valori del loro vivere comune, a garanzia dei loro interessi, privilegiando il progresso con programmi rivolti al futuro dei territori. La comunità peloritana ha bisogno di politica efficace, fatta di scelte coraggiose, che metta al centro la persona nella sua totalità, infatti, il benessere non si esprime solamente nei bisogni esclusivi della dimensione dei Bilanci, del PIL o dei consumi, la povertà è anche quella immateriale del valore e dell'assenza di progetti di vita comune.

Oggi i bisogni immediati dell'uomo e della collettività sono complessi e richiedono soluzioni rapide, mentre quelle a lungo termine devono garantire continuità e certezza di crescita in un contesto sociale globalizzato, digitale, condiviso e ipercomplesso (P. Dominici). La città di Messina è detentrice di un consistente gap strutturale e demografico. Per questo motivo le soluzioni alle sfide presenti e future passano necessariamente attraverso il sistema di rete territoriale extra-comunale, anche nel quadro nazionale delle Città Metropolitane, coinvolgendo in comuni obiettivi l'intera provincia, affinché si individuino soluzioni customizzate per le amministrazioni periferiche, Istituzioni, sistemi formativi e di produzione di al cittadino. Per queste sfide, l'innovazione sociale può divenire la Safety-Car che riduce il gap della nostra città nell'attuale competizione globale verso il futuro e se pianificata per tempo, alleata per il rilancio della città.

Ill.mi candidati,  spero abbiate a comprendere l'urgenza e la centralità d'istituire sul territorio messinese un connettore che geolocalizzi le diverse necessità e con processi di qualità esaustivi faccia emergere dai territori applicazioni sociali risolutive. Un luogo fisico che funga da hub d'innovazione sociale, propulsore di soluzioni smart, fucina di applicazioni tecnologiche innovative e calamita per la finanza privata sostenibile, lasciando alla politica il compito di amministrare, programmare e finanziare il benessere della sua cittadinanza attiva tramite l'accesso a strumenti comunitari.

 Mi premura condividere con voi candidati, in maniera da non farvi cogliere impreparati durante il vostro mandato politico, due riflessioni tecniche presenti storicamente in ogni programma elettorale che tracciano i rischi a noi riservata dal futuro e possono tramutarsi in opportunità per la nostra città se pianificati in tempo:

LAVORO. NESSUN FUTURO SENZA INNOVAZIONE SOCIALE

I mercati del lavoro hanno subito cambiamenti significativi nell'ultimo decennio, guidati da una serie di mutamenti strutturali, quali:

  • I modelli di business tradizionali sono messi alla prova da un nuovo contesto economico e dall'emergente sistema produttivo on-demand (a richiesta).
  • Le nostre catene di approvvigionamento sono ora globali, con conseguente maggiore outsourcing basato su progetti di business online.
  • L'aumento dell'individualismo ha cambiato l'atteggiamento delle persone verso il lavoro e le tecnologie digitali stanno sollecitando la necessità di nuove competenze e di skills permanente.

Nel frattempo, la crescita della digitalizzazione ha permesso che le persone possano lavorare letteralmente da qualsiasi luogo, sbriciolando la cultura dell'orario convenzionale d'ufficio da nove a cinque ore giornaliere.

Se per un verso il lavoro assume forme e tempistiche nuove, dall'altro verso emergono marcate e recenti necessità sociali relative non solo alla congiuntura contingente dei mercati, ma all'evidente esaurirsi del sistema produttivo lineare, estrai-produci-consuma-getta, che nel secolo scorso ha fatto sperare in una crescita economica infinita. L'avanzare della finanza sostenibile, la produzione del riciclo, la generazione energetica a basso impatto, lo sharing things (cioè la Economy), vanno a braccetto con l'entrata in campo della robotizzazione digitale nei processi produttivi (IV rivoluzione industriale) che erodendo welfare richiede nuovi paradigmi e soluzioni per fronteggiare la carenza nelle prestazioni sociali tra cui sanità, pensione, assistenza a domicilio, le assenze per malattia e le ferie retribuite che dovranno essere personalizzate, flessibili e collegate alle persone, non più standardizzate al loro lavoro. La sicurezza nel mercato del lavoro deve essere favorita rispetto alla certezza di lunga durata e con costi contributivi collettivi, equi tra le diverse forme, al fine di conciliare flessibilità e sicurezza per le generazioni future. In questo caso vogliate considerare localmente utili soluzioni di protezione sociale generativa, che finanzi in maniera innovata servizi alla collettività e produzioni a Km0 (Progetto Sicilia).

UNIONE EUROPEA, L'INNOVAZIONE SOCIALE È UN OBIETTIVO PRIMARIO 

Il Pilastro di Equità Sociale della Commissione Europea (European Pillar of Social Rights) rappresenta un passo incoraggiante per estendere l'innovazione ai mercati del lavoro e a quelli sociali. Il Pilastro Europeo propone una struttura legislativa rivolta alle tendenze emergenti e crea un ambiente sociale europeo adatto alle realtà del XXI secolo, riconosce la necessità di modernizzare e armonizzare i regimi di protezione sociale per rispondere ai nuovi modelli di lavoro, assistere i territori con cospicui contributi per renderli attrattivi all'investimento della nuova finanza sostenibile internazionale. I 20 principi chiave del rapporto conclusivo di Göteborg (17/11/2017) sono strutturati attorno a tre macro argomenti, pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque, protezione sociale e inclusione.

In particolare il Consiglio europeo raccomanda che: “l'accesso alla protezione sociale dei lavoratori autonomi e non, deve estendersi ai lavoratori del nuovo millennio, in particolare quelli del settore digitale in rapida espansione, spesso assunti tramite accordi di lavoro precari o atipici”, prendono così corpo i concetti di sussidiarietà, mobilità e inclusione. Per le aziende il Pilastro Sociale Europeo è essenziale in quanto consente loro di rimanere agili e prosperare, sicuri della consapevolezza di poter attrarre e mantenere una forza lavoro con specifiche competenze.

Il Pilastro Sociale Europeo propone inoltre un evidente richiamo sociale, riconoscibile nella ricerca dei nuovi diritti del cittadino, la salute nei luoghi di lavoro, la continua, il diritto all'alloggio, i nuovi tipi di rappresentanza collettiva, l'accesso al credito, il diritto a standard equi di prestazioni sanitarie, nonché le pensioni e le assistenza per malattia l.t.c. (long term care).

È evidente che il futuro sindaco, nel suo programma di governo del territorio messinese, dovrà dedicare all'innovazione sociale un corposo capitolo se intende puntare alle produzione di valore e di territori efficienti e resilienti per stimolare la crescita durevole, la competitività e il benessere sociale di Messina nel contesto mondiale digitale, condiviso, liquido e per questo ipercomplesso.  

 …alla mia Città dello Stretto Ponte nel Futuro.

 

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