Piano di Riequilibrio pronto e stamane si va in Commissione

bilancioEntrate per 463 milioni di euro e uscite per 446. E' la sintesi del Piano di Riequilibrio del Comune di predisposto dal vicesindaco Guido Signorino, dal segretario generale Antonio Le Donne e dai dirigenti interessati.

Mancano ancora dei piccoli aggiustamenti qua e là ma la parte determinante è stata completata e stamane alle 9.30 ci sarà il primo passaggio in Commissione Bilancio, a meno che all'apertura degli uffici non arrivi la convocazione da parte della Corte dei Conti di Palermo, nel qual caso l'incontro con i consiglieri sarà rinviato.

Il dato evidente del piano decennale che dovrebbe salvare Messina dalla dichiarazione di dissesto è che le risorse sono sufficienti e che superano le uscite.

Vediamo i dettagli. Quello più sorprendente è che i debiti delle partecipate, allegramente ignorati durante l'amministrazione Buzzanca (che non li inseriva neanche nei Bilanci) sono stati presi in considerazione: un'ottantina di milioni tra MessinAmbiente, ATO 3 e ATM.

Cifra questa alla quale si è potuti arrivare da quella originaria che superava i 100 milioni di euro grazie agli accordi transattivi con l'Agenzia delle Entrate.

Per quanto riguarda poi il buco nero del contenzioso, i debiti potenziali sono 418 ma si è deciso di considerarne 278 che saranno coperti al 50%, perché non è detto che il Comune debba necessariamente perdere sistematicamente tutte le cause come avveniva in passato.

Quando poteva anche capitare che i legali che avrebbero dovuto difendere l'ente non si presentassero neanche in giudizio.

Per quanto riguarda poi la causa da 140 milioni intentata dal per la gestione dello stadio San Filippo, si è comunque deciso di ascrivere a questa voce un eventuale costo di 35 milioni, pari al 25% di quanto chiesto dalla holding.

Ci sono poi 75 milioni che con certezza dovranno essere pagati, cui se ne aggiungono altri 28 per cause per le quali si è presentato l'appello ma non si è ancora avuta la sospensiva.

Il Piano di Riequilibrio tiene conto anche dei 69 milioni in meno di trasferimenti statali che ci saranno nei prossimi anni, anche se su questi numeri ci sarà maggiore certezza nelle prossime ore. Costituito pure un Fondi di riserva di 4 milioni 400 mila euro per cause minime o il cui valore non è ancora stato quantificato.

Per quanto riguarda invece le entrate, la notizia più singolare è che le entrate derivanti dalla vendita dei cespiti del Comune sono passate da 30 a 8 milioni, perché si è deciso di alienare solo gli immobili meno importanti, mentre per i gioielli di famiglia si stanno studiando soluzioni diverse che consentano di valorizzarli. 

Previste entrate dagli oneri concessori per 5 milioni di euro, mentre i Contratti di Servizio stipulati con le partecipate, i cui vecchi bilanci sono sttai passati al setaccio, consentiranno ulteriori risparmi.

Per l'AMAM si prevedono addirittura degli utili, mentre per l'ATM si ipotizzano riduzioni dei costi pur aumentando la qualità dei servizi. Il Piano di Risparmio Energetico appena approvato consentirà di risparmiare 43 milioni in 10 anni così come altri 69 milioni saranno recuperati grazie ai pensionamenti nonostante le assunzioni previste.

I mutui che via, via si estingueranno consentiranno di sborsare 12 milioni in meno di interessi, per gli affitti si spenderanno 9 milioni, mentre le cause intentate dal Comune dovrebbero portare in cassa 37 milioni.

Un ultimo dato rispetto al patrimonio immobiliare del Comune, pieno di zone d'ombra non solo sul numero reale degli appartamenti (si pensa intorno ai 1.500) ma anche per i mancati incassi degli affitti, peraltro irrisori.

L'amministrazione attende dati precisi dagli uffici incaricati della stima, ma si prevede la vendita di almeno 500 appartamenti a un prezzo medio di 10 mila euro l'uno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *