Papardo-Piemonte, i vertici ai dipendenti: “Donate sangue”

La locandina di una delle campagne di raccolta organizzate dal dottor Falliti

E dopo il blocco delle operazioni già programmate ma non urgenti, al Papardo-Piemonte arriva l'avviso a sollecitare le donazioni. L'emergenza sangue il Sicilia è ormai conclamata e a Messina, da sempre tra le città meno sensibili al problema, è a livelli di guardia.

Nei giorni scorsi Paolina Reitano, direttore sanitario dell'ospedale, ha scritto un appello appeso in tutte le bacheche disponibili, con il quale si invitano a primari di tutti i reparti a promuovere la raccolta di sangue.

“Il compito di diffondere tra i cittadini la cultura della donazione -scrive la Reitano- compete, oltre che alle associazioni di volontariato operanti nel settore, anche alla classe medica. Vista l'attuale carenza di sangue presso i centri trasfusionali di tutta la Sicilia, appare opportuno che tutto il personale sanitario dia il buon esempio contribuendo in maniera significativa alla raccolta di sangue”.

Il direttore sanitario invita quindi tutti i primari a “sensibilizzare alla donazione tutto il personale dipendente e tutti i degenti, estendendo l'appello ai loro parenti, invitandoli a donare recandosi presso il centro trasfusionale”.

Ancora non si sa in quanti abbiano risposto all'appello della dottoressa Reitano. Quando nel 2011 lo lanciò l'allora primario del Servizio di Medicina Trasfusionale Peppe Falliti, donarono sangue meno di dieci dipendenti del Papardo. Nonostante le campagne di informazione (tra tutte quella con l'Azienda Forestale), la dichiarazione pubblica di Falliti rispetto alle carenze di sangue che mise in luce il fallimento del Piano Regionale Sangue gli costò una denuncia alla magistratura, poi archiviata dalla Procura di Messina.

Intanto, mentre non ci sono notizie di Mele, ufficialmente è in ferie ma i rumors palermitani lo danno trasferito altrove, il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico del Centro Regionale Sangue Pietro Bonomo si è dimesso dall'incarico.

Tornando ai problemi locali, secondo il Piano Regionale del Sangue (predisposto dal dirigente responsabile Attilio Mele, zio della moglie dell'ex assessore alla Sanità Massimo Russo) e il cui fallimento a distanza di tre anni è stato ampiamente dimostrato in tutta l'Isola, per garantire l'autonomia a Messina sarebbero necessarie non meno di 12 mila sacche. Invece se ne mettono insieme tra Policlinico e Papardo appena 3 mila.

Il centro di raccolta dell'ospedale Piemonte è stato chiuso perché non si è riusciti a organizzarlo dopo l'accorpamento con il nosocomio di viale Papardo e il risultato è il blocco delle operazioni che non siano di emergenza. Punto questo ribadito nella della Reitano, che mette nero su bianco che “ai direttori di SC di area chirurgica si dà mandato di dare specifiche direttive al personale dirigente per attuare tutte le pratiche che conducano a un ridotto consumo di sangue (autotrasfusione, emodiluizione, terapie di supporto), preventivamente concordate con gli anestesisti”.

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