#Palermo. Prostituzione alla Cala, arrestati otto romeni

prostituzione-poliziaUsavano nomi in codice e tutte le accortezze per non essere scoperti, ma la Polizia di Stato ha disarticolato una organizzazione criminale composta da cittadini rumeni, dedita alla gestione della prostituzione nella zona della Cala a Palermo.

Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dai sostituti Gaspare Spedale e Claudio Camilleri, hanno portato all'esecuzione di un di custodia cautelare in carcere per 8 persone, accusate di associazione a delinquere, finalizzata all'induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, reato aggravato dal carattere transnazionale.

L'operazione Caffè export ha svelato così i retroscena della prostituzione che, ogni notte, interessa i marciapiedi di un lungo tratto di strada della Cala.

L'organizzazione, disarticolata, era guidata da Nicolae Lucian Serban, detto Calu. Il romeno era già noto alle Forze dell'Ordine perché coinvolto, nel 2011, nell'operazione Sbarazzu e ritenuto, allora, uno dei colonnelli della prostituzione su strada. Sul suo conto i palermitani sono tornati a indagare, allargando il raggio anche ad altri suoi connazionaliNel giugno del 2014 è stata così  avviata un'indagine,attraverso la quale si è fatta luce su di un ampio giro di prostituzione, con protagoniste giovani romene, attirate a Palermo da false promesse di notevoli e facili guadagni.

Le ragazze, una volta in città, erano mandate a prostituirsi lungo le vie Francesco , Cala e Foro Italico Umberto I.  Nel corso dell'indagine sono emerse le responsabilità anche dei fratelli di Serban Marin e Adrian Marius. I tre avevano suddiviso il Foro Italico Umberto I in zone, dove ciascuno di loro aveva posizionato le proprie donne, in totale circa 20 ragazze, tutte giovanissime.

prostitute_poliziaNicolae Lucian era il leader del gruppo. “A lui, in sostanza, spettava l'ultima parola in relazione ad ogni decisione da prendere, fosse essa legata al tariffario ma anche al reclutamento delle ragazze – spiegano dalla Questura di Palermo.  Gli indagati per eludere presumibili  intercettazioni telefoniche durante le loro conversazioni, avevano fatto uso di un linguaggio criptico e convenzionale, attingendo ad un formulario anche semplice, ma efficace: la lista dei rapporti sessuali da poter consumare era, infatti, declinata secondo le varie gradazioni di caffè, lungo, corto e così via”.

Ma i poliziotti sono riusciti a decodificare i dialoghi, anche con l'aiuto dei riscontri rilevati dal personale di polizia appostato su strada.

Dalle indagini sono emerse anche elementi di assoggettamento psicologico che, in taluni casi, sono sfociati anche in aggressioni. La prostituzione, nella maggior parte dei casi, avveniva su strada e, raramente, in abitazioni messe a disposizione dallo stesso Calu, che possedeva diversi immobili in zona Lincoln e nei pressi della Stazione Centrale.

Tra le donne spinte a prostituirsi, due, erano delegate a raccogliere i guadagni, a garantire la disciplina e a vigilare che nessuna disobbedisse al capo. E così, anche per Monica Lacramioara Burcea detta la Negra e Adelina Florina Velicu,  detta  la Stramba o la Storta, sono scattate le manette.

Giuseppe Marino

Laureato in Giornalismo all'Università degli studi di Messina. Si occupa a tutto campo della sezione sportiva di Sicilians, con un occhio di riguardo verso il calcio nostrano. Vi racconterà di tutto e di più sull'ACR Messina e sul panorama sportivo regionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *