Ostetricia al Piemonte: i sindacati si rivolgono al prefetto

L'ospedale Piemonte in viale Europa

“L'accorpamento dei punti nascita del Papardo e del Piemonte comporterà  un grave pregiudizio alla sicurezza del percorso nascita e non tiene conto delle indicazioni fornite dal sindaco Renato Accorinti, dal Consiglio Comunale e dalla deputazione messinese”.

A dichiararlo stamane FP Cgil e UGL Messina durante un confronto in Prefettura con il Capo di Gabinetto Maria Adele Maio. Contestualmente, un comitato spontaneo di mamme e cittadini stava protestando al Papardo contro il  provvedimento firmato dal direttore generale dell'Azienda Papardo-Piemonte Michele Vullo.

I rappresentanti sindacali della FP Cgil Clara Crocè, Attilio Andriolo e Guglielmo Catalioto e dell'UGL Giuseppe Mobilia e Teresa D'Arrigo hanno ribadito che questo provvedimento “è motivato esclusivamente dall'impossibilità a garantire ferie al personale per carenze di organico. Non si comprendono le motivazioni su cui si sia basata la scelta di attivare il polo materno-infantile al Piemonte, che poi è quello che ha manifestato mancanza di sicurezza , anche se tale carenza stranamente viene fuori solo in pieno periodo di ferie”.

I due sindacati sostengono che il problema lo si sarebbe dovuto affrontare “programmando in tempo utile le ferie e le relative sostituzioni di tutti i medici delle due strutture. Il provvedimento del manager Vullo di fatto si traduce in un ulteriore scippo in termini di posti letto. Infatti, si trasferisce solo il personale ma non si aumenta  la dotazione dei posti letto, dimezzata da 30 a 15, facendo così scomparire il reparto di Ostetricia e Ginecologia del Papardo a vantaggio del Policlinico, al quale le partorienti saranno obbligate a rivolgersi in barba alla libertà di scelta del proprio iter assistenziale”.

I dirigenti sindacali denunciano che in questo modo si profilano non solo un danno economico per mancato introito, ma anche minore sicurezza e qualità dell'assistenza per le donne.

La delibera di Vullo individua l'ospedale Piemonte come quello che ha i requisiti previsti per i punti nascita dalla normativa. “Ma questa scelta –sottolineano FP Cgil e UGL- non ha tenuto conto dei reali dettami del decreto assessoriale, che stabilisce i requisiti tecno-strutturali di sicurezza e non individua un presidio piuttosto che un altro. Imprescindibile, per la scelta dell'allocazione del punto nascita, la presenza del  Centro  Emotrasfusionale, in atto assente all'Ospedale Piemonte.  Inoltre,  la chiusura del punto nascita del  Papardo  priverebbe la popolazione della zona nord di una città che si sviluppa in senso longitudinale e con gravissimi problemi di viabilità (almeno un'ora il tempo necessario per giungere al presidio Piemonte o Policlinico in determinati  orari, soprattutto nella stagione estiva) della garanzia di un servizio che è anche di emergenza-urgenza  ostetrico-ginecologica”.

I dirigenti sindacali temono fortemente che questo provvedimento  sia il preludio alla chiusura del Piemonte e chiedono l'immediato intervento del prefetto di Messina Stefano Trotta.

Al termine della riunione il Capo di Gabinetto Maio ha assunto l'impegno  da parte della Prefettura di rappresentare al governo regionale  le istanze dei sindacati.

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