#Messina. Operazione Triade, 21 arresti tra Milazzo, Tortorici e Barcellona

CarabinieriGiro di vite contro la produzione e lo spaccio di droga e raffica di arresti. I carabinieri di Messina stanno eseguendo nelle provincie di Messina e Siracusa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della DDA peloritana, nei confronti di 21 componenti un'organizzazione di narcotrafficanti, che aveva monopolizzato il mercato della droga su gran parte del litorale tirrenico messinese. Fiumi di hashish e marijuana, prodotti sulle montagne dei Nebrodi sotto l'egida delle famiglie mafiose di Tortorici, giungevano fino alla costa per essere smerciate nei locali e nelle principali piazze di spaccio controllate dal sodalizio criminale, che aveva base proprio a Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto.

L'operazione colpisce direttamente uno dei settori di maggior interesse criminale per le consorterie tortoriciane, confermandone il ruolo egemone nel particolare settore della coltivazione su vasta scala di droga. Alle 10.30 di oggi si terrà una conferenza stampa presso il Comando Provinciale Carabinieri di Messina.

Aggiornamento 8.11

Tra gli arrestati anche un consigliere comunale di Terme Vigliatore e una decina di barcellonesi.

Aggiornamento 10.06

Il consigliere comunale coinvolto nell'Operazione Triade è Francesco Melo Salamone, ex direttore sportivo della Ciappazzi Calcio.

Aggiornamento 11.22

Ecco i nomi delle 21 persone coinvolte nell'Operazione Triade, messa a segno stamane dai carabinieri in provincia di Messina tra Milazzo, Barcellona e Tortorici. Arrestati Carmelo Galati Massaro, Sebastiano Galati Massaro, Antonio Musarra Pecorabianca, Antonino Costanza Zammataro, Nicolino Isgrò, Ignazio Lombardo, Salvatore Pantè, Salvatore Iannello, Filippo Biscari, Giuseppe Aricò, Luca Iannello, Roberto Greco, Giuseppe Lo Presti, Francesco Carmelo Salamone e Marco Coniglio.

Agli arresti domiciliari Veronica Lombardo Pontillo, Antonio Cardillo, Giuseppe Costa,  Salvatore Iannello, Filippo Biscari, Giuseppe Aricò, Luca Iannello, Roberto Greco, Giuseppe Lo Presti, Francesco Carmelo Salamone, Marco Coniglio, Filippo Genovese e Giuseppe Cammisa.

Obbligo di presentazione Danny Cardillo.

Aggiornamento 12.39

Dal comunicato stampa del Comando Provinciale Carabinieri di Messina. “Nelle prime ore odierne i carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito in provincia di Messina e di Siracusa un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Messina Daniela Urbani su richiesta della competente Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo diretta dal procuratore capo della Repubblica di Messina Guido Lo Forte, coadiuvato dai titolari dell'indagine, i sostituti procuratori Liliana Todaro e Fabrizio Monaco, nei confronti di 21 soggetti (15 dei quali condotti in carcere, 5 sottoposti agli arresti domiciliari e uno all'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria), ritenuti responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di droga, porto e detenzione illegali di armi da fuoco e diffusione di banconote falsificate.

Il provvedimento scaturisce dagli esiti di una attività d'indagine sviluppata sin dal settembre 2013 dalla Compagnia di Milazzo, che ha consentito di provare l'esistenza di un'organizzazione criminale attiva in quel centro e nei territori di Tortorici e Barcellona Pozzo di Gotto, delineandone le gerarchie interne e il ruolo svolto dai singoli associati nella gestione di una vasta e lucrosa attività di narcotraffico.

Le investigazioni, in particolare, hanno permesso di documentare come un gruppo di soggetti legati alle famiglie mafiose tortoriciane fornisse periodicamente ingenti quantitativi di hashish e marijuana ad altre due diverse articolazioni della medesima organizzazione, operanti tra Barcellona Pozzo di Gott e Milazzo, che si preoccupavano poi di commercializzare lo stupefacente sulle principali piazze di spaccio del litorale tirrenico messinese.

L'operazione odierna colpisce duramente uno dei settori di maggior interesse criminale per le consorterie tortoriciane, confermandone il ruolo egemone nel particolare settore della coltivazione su vasta scala di sostanze stupefacenti. Si tratta, peraltro, di una risposta in un contesto territoriale il cui controllo era stato ulteriormente rafforzato dall'Arma dei Carabinieri anche con l'impiego dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, particolarmente specializzati nell'impiego in aree impervie, che in questi ultime settimane ha consentito di scovare numerose piantagioni di cannabis indaca, coltivata proprio all'interno del Parco dei Nebrodi.

Come è emerso dalle indagini, i tortoriciani garantivano i rifornimenti percorrendo a bordo di fuoristrada mulattiere e strade di montagna dei Nebrodi, per giungere sulla fascia tirrenica. A capo degli stessi Tortoriciani il 42enne Carmelo Galati Massaro, autorevole figura criminale già nota alle forze dell'ordine, che nella gestione dei traffici si avvaleva di sodali di estrema fiducia quali la moglie e il fratello minore.

Lo stupefacente fornito dai Tortoriciani era poi commercializzato sulle principali piazze di spaccio della fascia tirrenica compresa tra Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo dalle altre due articolazioni dell'organizzazione criminale, che si rapportavano con i tortoriciani tramite Nicolino Isgrò, 48enne di Condrò, figura carismatica già nota alle forze dell'ordine per la sua lunga storia criminale. Da sempre contiguo alla mafia barcellonese, negli anni Isgrò si è guadagnato il ruolo di specialista nel traffico di droga, armi e banconote falsificate. Questa sua professionalità gli ha permesso di essere trasversale rispetto alle vecchie e nuove generazioni della famiglia barcellonese e di rappresentare il trait d'union con la mafia tortoriciana. Nicolino Isgrò, quale leader dell'articolazione milazzese dell'organizzazione, era l'unico ad avere rapporti diretti sia telefonici che di persona con Carmelo Galati Massaro. Durante gli incontri tra i due, che avvenivano sempre nel parcheggio di un centro commerciale del messinese, si concordavano prezzi, quantità e modalità di consegna dello stupefacente, senza, tuttavia che i due giungessero all'effettiva consegna del pattuito, aspetto curato in un secondo momento da altri complici.

Nicolino Isgrò fungeva da cerniera anche tra la sua articolazione e quella barcellonese, i cui elementi di spicco risultano il 29enne Filippo Biscari, il 31enne Salvatore Iannello (cugino del primo) e il 41enne Giuseppe Aricò, barcellonesi già noti alle forze dell'ordine. I tre, attraverso contatti tenuti quotidianamente con Isgrò (sempre nel parcheggio del centro commerciale) si assicuravano settimanalmente un cospicuo quantitativo di stupefacente che poi provvedevano a spacciare al dettaglio nella cittadina del Longano avvalendosi, tra gli altri, di Francesco Carmelo Salamone, 45enne consigliere comunale di Terme Vigliatore.

Tale articolazione, inoltre, gestiva non solo droga ma anche armi, verosimilmente destinate, da una parte a proteggersi dalle bande rivali nel redditizio business della droga e dall'altra a intimidire, nell'ambizioso tentativo di accreditarsi sul territorio. Emblematiche a tal riguardo sono le conversazioni tra Isgrò e Salvatore Iannello quando parlano di armi:

ISGRÒ Nicolino : e poi c'è un fucile

IANNELLO Salvatore: no, il fucile non mi interessa…..la pistola….ma quanto viene questa pistola?

ISGRÒ Nicolino : tu che vuoi….400…500….

ISGRÒ Nicolino : 7 mila….seimila e cinque per dieci pistole….contanti…nuove  

IANNELLO Salvatore: dai.. assai sono.. assai sono 7 mila

ISGRÒ Nicolino: nuova …potrebbe passare un 700 euro l'una…

La collaborazione tra le articolazioni milazzese e barcellonese dell'organizzazione oggi smantellata andava sicuramente oltre la commercializzazione di droga, armi e banconote falsificate. I due gruppi, infatti, erano pronti a scambiarsi anche azioni di fuoco sul territorio. A tal riguardo risultano particolarmente significative e allarmanti le parole di Isgrò dirette a Iannello: “…..se devi bruciare una saracinesca.. gli devi sparare ad uno nelle gambe…. dico se voi non volete uscire… ci possiamo scambiare questo tipo di favore”.

Dall'inchiesta emerge un'organizzazione in grado di monopolizzare attraverso le proprie articolazioni lo spaccio di droga in una parte consistente del litorale tirrenico della provincia di Messina. In estrema sintesi, l'articolazione tortoriciana si preoccupava dell'approvvigionamento di grossi quantitativi di stupefacente che, rivenduto all'articolazione milazzese facente capo a Isgrò, era da quest'ultima in parte commercializzata direttamente nell'hinterland di Milazzo e per il resto venduta all'ingrosso al gruppo criminale barcellonese, che provvedeva a sua volta a spacciarla nei territori di Barcellona e dintorni. I barcellonesi acquistavano dall'Isgrò anche armi e , le prime per affermare il controllo criminale nel barcellonese e contrastare le mire espansionistiche delle compagini operanti nei territori limitrofi, le seconde per poi spacciarle al dettaglio e creare così un'ulteriore canale di finanziamento illecito attraverso l'incasso degli introiti. Basti pensare che 10mila euro di banconote false avevano un costo di 1500 euro. Nel corso dell'Operazione Triade sono stati rinvenuti e sequestrati 3 chili e mezzo di marijuana e hashish destinati allo spaccio, droga che si aggiunge così alla considerevole quantità già sottoposta a sequestro nel corso delle indagini, durante le quali sono stati anche arrestati in flagranza 9 trafficanti.

 

 

 

 

Carmelo Amato

Il giornalismo è la sua ragione di vita. Indistruttibile, infaticabile, instancabile, riesce a essere sul posto “prima ancora che il fatto succeda”. Dalla cronaca nera allo sport nulla gli sfugge. È l’incubo degli amministratori comunali, che se lo sognano anche di notte e temono i suoi video e i suoi articoli nei quali denuncia disservizi e inefficienze e dà voce alle esigenze dei suoi concittadini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *