Movida messinese, l’associazione Centro Storico: “Pugno di ferro con i trasgressori”
MESSINA. Sulle vicende di cronaca delle ultime ore non tardano a giungere i commenti dell’Associazione Centro storico, secondo cui una parte della movida messinese riprende con il piede storto. A pochi giorni dalla completa riapertura con forti regole anti-coronavirus da rispettare ci sono attività che hanno ripreso a fare musica senza permesso, di sera e anche a notte fonda, non rispettando le regole del cosiddetto “sbicchieramento” dettate del Comune, non vigilando sugli assembramenti e somministrando alcolici anche a minorenni. Il caso della dodicenne finita in ospedale proprio a seguito di un malore provocato dallo stato di forte ebrezza è emblematico. “Da anni – dichiara il presidente dell’associazione Centro Storico Anthony Greco – continuiamo a chiedere l’istituzione di un posto fisso di Polizia e a denunciare lo stato di degrado dovuto al moltiplicarsi di locali che anziché costituire un volano di intrattenimento sano, continuando a infrangere leggi nazionali e regolamenti locali, diventano invece un pericolo per la sicurezza soprattutto dei nostri figli. Non attendiamo a intervenire in maniera forte quando dovesse essere tardi! Sono necessari interventi urgenti per tutelare gli utenti, i residenti e i commercianti in regola con le disposizioni nazionali e locali e bisogna essere più incisivi con chi non lo è. Probabilmente serve stabilire un orario di chiusura totale per tutti per evitare che la massa di persone che gira anche oltre gli orari consoni, si sposti dai locali che rispettano gli orari, a quelli che invece non li rispettano. Bisogna realizzare un piano commerciale che tuteli il Centro storico quale area protetta a priorità residenziale e l’istituzione della tipologia di quartiere commerciale saturo”. E a questo proposito l’Associazione sta elaborando un documento che presto sarà reso pubblico e presentato all’Amministrazione comunale e al presidente della Municipalità. “Il forte giro di vite degli scorsi mesi di ottobre, novembre e dicembre – prosegue Greco – scaturito anche dalle proteste del Comitato civico Centro storico vivibile e dell’Associazione Centro storico Messina, dalla firma