MessinAmbiente e sindacati a confronto sul futuro della società

Autoparco MessinAmbiente
L'autoparco di via Salandra

Una riunione fiume di 4 ore tra i sindacati e i vertici di MessinAmbiente per delineare il futuro dell'azienda dopo lo spartiacque della morte di Nino Tomasello. Il dipendente della partecipata del Comune di Messina morto il 3 luglio scorso mentre era alla guida di uno dei mezzi.

“La sicurezza sul lavoro è un questione che non può più essere messa in secondo , ma che merita assoluta centralità -dichiarano il segretario generale della FP Cgil di Messina Clara Crocè e il responsabile aziendale Carmelo Pino. E' inutile nominare super manager, sia a titolo oneroso che gratuito, se prima non si pensa ad investire in ciò che veramente conta.

Il Comune deve intervenire al più presto per garantire l'acquisto immediato dei mezzi necessari allo svolgimento del servizio. Ieri sera, su otto mezzi sei sono rimasti fermi e solo due sono usciti in strada: è impensabile pensare di poter portare avanti un servizio in queste condizioni”.

Nulla ancora si sa dei 6 milioni promessi dalla Regione Sicilia per la raccolta differenziata, da destinare all'acquisto di appositi mezzi, è la FP Cgil chiede all'amministrazione Accorinti “di stanziare risorse per l'acquisto di autocompattatori da utilizzare per la raccolta normale, che al momento continua a rappresentare la fetta più grande della torta dei rifiuti cittadini”.

Per il sindacato, ai 2 milioni 300 mila euro che ogni mese MessinAmbiente  riceve dal Comune, se ne devono aggiungere altri 300 mila da spendere mensilmente per rinnovare il parco mezzi. Ma le risorse non dovranno essere recuperate sulla pelle dei messinesi, già massacrati da una TARES costosissima, “bensì attuando degli interventi che garantiscano un risparmio e razionalizzando le spese per consentire di investire i risparmi ottenuti sul fronte della sicurezza. Sicurezza che dovrebbe essere garantita anche all'interno dell'autoparco di via Salandra, dove le condizioni di vivibilità sono pressoché nulle”.

I 44 milioni di euro destinati alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti sono suddivisi tra MessinAmbiente (30 milioni), la discarica (9 milioni) e il resto all'ATO 3. Far transitare i 53 lavoratori dell'ATO 3 all'Amam (che l'anno scorso ha pubblicato un bando per recuperare all'esterno oltre 30 figure, poi fatto ritirare dall'amministrazione Accorinti) consentirebbe secondo il sindacato un risparmio di almeno 2-3 milioni di euro l'anno. “In secondo luogo –continuano la Crocé e Pino- bisogna ottenere maggiori ricavi con i servizi aggiuntivi, evitando che tali attività, come avvenuto fino ad oggi, siano assegnate a privati”. Tutti argomenti questi, che la FP Cgil ha chiesto di discutere con il sindaco Renato Accorinti e con l'assessore all'ambiente Daniele Ialacqua.

Durante il confronto, il commissario liquidatore di MessinAmbiente Alessio Ciacci ha ribadito la necessità che il Comune acquisti i mezzi da sostituire. “Tra le ipotesi messe in -spiegano il segretario generale della FIT Cisl di Messina Manuela Mistretta e la responsabile di settore Rosaria Perrone- si è discusso anche di una ricapitalizzazione da parte di Palazzo Zanca e dell'acquisto diretto dei mezzi da parte del Comune, oltre ai 300 mila euro che il Comune dovrebbe versare mensilmente nelle casse di MessinAmbiente per acquistare mezzi nuovi. Il costo, a conti fatti, dovrebbe aggirarsi sui 10 milioni di euro”.

Ma per la Mistretta e la Perrone, “il problema della sicurezza a Messinambiente non è solo quello dei mezzi, ma di tutti i luoghi di lavoro, a cominciare dall'autoparco di via Salandra e da quello del cavalcavia. Su come sostituire i mezzi è chiaro che dobbiamo capire le intenzioni del Comune. È fondamentale però accelerare i tempi, per arrivare prima possibile a un piano di sostituzione dei mezzi, del vestiario e dei dispositivi di sicurezza personali e adeguare al decreto 81 i luoghi di lavoro su igiene e sicurezza”.

Rispetto ai trasferimenti economici perennemente insufficienti del Comune a MessinAmbiente, la FIT Cisl sottolinea che “non si possono risolvere le emergenze battendo sempre cassa. Il Comune ha gravi problemi finanziari e quindi bisogna essere realisti e ragionare in termini di razionalizzazione dei costi. Bisogna tagliare gli sprechi, ridurre gli emolumenti per i dirigenti di alta fascia, eliminare i contratti esterni, le consulenze e gli appalti a ditte terze per la manutenzione dei mezzi.

Solo così sarà possibile rendere efficiente l'azienda e sicuro il servizio senza ulteriori aggravi di spesa sulle casse comunali (e quindi su utenti e cittadini), garantendo al tempo stesso i diritti alla sicurezza e al salario dei lavoratori, che non devono essere l'anello debole di questa catena. Il personale non si tocca e su questo siamo e saremo irremovibili”.

Al termine dell'incontro si è deciso che ciascun lavoratore devolverà un'ora del proprio stipendio alla famiglia Tomasello e che la MessinAmbiente verserà una somma pari a quella raccolta dai dipendenti.

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