#Messina. Variante di tutela ambientale al PRG: precisazione di Le Donne

le donneIn merito alla proposta di deliberazione n. 18 del 22 febbraio 2017 “Variante parziale di Tutela Ambientale al vigente PRG della città di Messina” ed alla nota prot. n. 4166 dell'8/03/2017 del dirigente generale del dipartimento dell'urbanistica dell'assessorato regionale del territorio e dell'ambiente, il segretario generale/direttore generale, Antonino Le Donne, con una nota inviata alla presidente del consiglio comunale, , al presidente della IV Commissione consiliare e ai consiglieri comunali, ha precisato che: “Con la presente lo scrivente interviene per fare chiarezza su quanto in oggetto, avendo rilevato macroscopiche inesattezze nei commenti e nelle reazioni, anche sui mass media, con la conseguenza che la cittadinanza possa essere malamente indirizzata sull'esercizio dei diritti connessi alla procedura di cui trattasi.
Come è noto, con lettera dell'8/03/2017, introitata nel nostro ente con protocollo n. 63616 del 9/03/2017, il dirigente generale del dipartimento regionale dell'urbanistica, ingegner Salvatore Giglione, ha risposto ad una richiesta di chiarimenti sottoscritta dai capigruppo consiliari, intesa a comprendere l'esatta disciplina della gestione della documentazione afferente la variante parziale di tutela ambientale al vigente PRG della città di Messina.
Ebbene, è opportuno chiarire preliminarmente che il dirigente ha pienamente confermato la riservatezza degli atti nell'attuale fase di lavori consiliari, cioè nella fase antecedente l'approvazione della deliberazione in Consiglio comunale. Il dirigente generale, infatti, ha ribadito più volte che la pubblicità della documentazione connessa al procedimento di cui trattasi è successiva all'approvazione della deliberazione da parte del consiglio comunale.
Si legga quanto scritto dal dirigente generale anche con carattere sottolineato: “della Delibera consiliare di adozione della variante de quo e di tutti gli elaborati ed atti complementari obbligatori della stessa, ivi compreso il Rapporto Ambientale, debba essere data astensione al pubblico (comma 1) con ampia ed obbligatoria pubblicità (comma 2) onde consentire eventuali osservazioni (comma 3) e/o opposizioni (comma 4) ai sensi del disposto di cui all'art. 3 della Legge regionale 71/78 e ss.mm.ii.”.
Il dirigente generale, dunque, come è ovvio per tutti coloro che conoscono la materia, con particolare riferimento alla Legge regionale prima citata, e conformemente a quanto effettuato dal dipartimento Vicesegreteria generale, – prosegue Le Donne – riferisce l'ampia ed assoluta estensibilità al pubblico della deliberazione consiliare di adozione (cioè dell'atto approvato) e non già della proposta di deliberazione (cioè dello schema di atto non ancora approvato).
Infatti, come tutti sanno, attualmente non sussiste alcuna deliberazione del Consiglio Comunale (unico organo politico competente all'adozione del provvedimento) bensì semplicemente la proposta n. 18 del 22/02/2017 che è, infatti, ancora al vaglio della competente commissione consiliare. E' comprensibile, a tal proposito, che il dirigente generale, sulla circostanza riferita alla circolare regionale n. 1/2015, abbia ritenuto che “il riportare tra virgolette ed in corsivo parte del testo della stessa appare quanto meno fuorviante … ” avendo avuto cognizione della nota del vice segretario, dottor Giovanni Bruno, e della missiva dei capi gruppo consiliari, ma probabilmente senza la proposta di deliberazione di che trattasi.
Infatti, il richiamo allo specifico stralcio del testo della Circolare n. 1/2015 nella nota del Vicesegretario generale era inteso, forse stringatamente, solo quale esplicazione della ratio sottesa alla previsione legislativa regionale n.71/1978 e non per attribuire a quel passo della circolare una vigenza attuale. Ciò che è “vigente” è la normativa fondata su normativa fondata su quella ratio (cioè impedire al privato di modificare lo stato della situazione conoscendo anticipatamente gli obiettivi che l'atto da approvare si pone) tant'è che, appunto, non è consentito pubblicare gli atti prima della loro approvazione.
La specificazione fatta dal dirigente generale che “il riferimento era comunque chiaramente ed esclusivamente volto ad impedire una pubblicazione anteriore alla delibera di adozione dello strumento di pianificazione con opportuna distinzione tra i due diversi momenti di “adozione” e di “approvazione”‘, avalla chiaramente l'impossibilità di rendere pubblici gli atti di pianificazione nella presente fase di pre-adozione a soggetti diversi dai consiglieri comunali e/o dagli uffici che ne abbiano titolo.
E infatti, nel concordare con l'invito rivolto dal dirigente generale sulla necessità che ciascuno si attenga “a regole comportamentali consone alle istituzioni rappresentate ed alle competenze proprie”, appare più che opportuno ricordare il prudentissimo utilizzo che della documentazione deve correttamente essere fatto da chi è titolato a riceverne copia nella fase antecedente l'approvazione in consiglio.
Si ribadisce, quindi, – conclude il segretario generale/direttore generale – la piena ed assoluta accessibilità dei consiglieri comunali a tutta la documentazione afferente la proposta di deliberazione di variante in argomento, condizione mai in discussione dagli uffici comunali tanto che, come è noto, sono a disposizione dei consiglieri i CD contenenti gli atti di cui trattasi.
A tal proposito, vi è piena sintonia con quanto affermato dal dirigente generale, laddove scrive ” … che l'obbligatoria deliberazione del consiglio comunale di adozione della variante non possa che essere preceduta da ogni approfondita ed ampia conoscenza degli elaborati e degli atti complementari del progetto di variante da parte dei consiglieri chiamati a votarla”, conseguendone che l'accessibilità a tali elaborati e atti non possa essere assicurata nell'immediato ad altri soggetti, che, invece, potranno prendere parte alla fase partecipativa che viene inaugurata subito dopo l'approvazione della deliberazione in consiglio come più volte ampiamente detto in precedenza.
Si chiede, quindi, di dare prosecuzione ai lavori d'aula al fine di poter giungere all'adozione della deliberazione consiliare, nei contenuti che il consiglio autonomamente riterrà, per poter successivamente pubblicare la variante in modo da darne massima diffusione alla cittadinanza secondo le previsioni della L.R. 71/1978”.

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