#Messina. Turismo, bellezza e degrado. Litorale nord tra Paradiso e inferno

Voglio fare un week end, al mare d'inverno. Fare bird watching, voglio stare ad ascoltare lo sciabordio delle onde, in una zona protetta, dove la Natura sia rispettata. Voglio passeggiare, trovare un posto dove far giocare i bambini e che, abbattute le barriere architettoniche, sia fruibile dai diversamente abili.

Se si ha la fortuna di essere di Messina, basta qualche minuto in auto a piedi, in bici e siete nella riserva di Capo Peloro. Il posto dove passare momenti di natura e relax è vicino alla città, addirittura ne è diventato la periferia residenziale.

Ma è tutto il litorale Nord della città a essere il luogo del relax da secoli. I nomi evocativi delle frazioni Pace, e Contemplazione sono già un programma.

Francamente, un'occhiata a qualche foto e facilmente orde di turisti potrebbero invadere il litorale anche d'inverno.

Ad accoglierli  un panorama mozzafiato e poi qualche pennuto intento ad asciugarsi sugli scogli o a tuffarsi alla ricerca di pesci da mangiare. Con pazienza e un pizzico di fortuna si possono osservare i delfini e più raramente le balene. In base alle stagioni ci sono uccelli migratori di ogni specie. Poi si scopre che in tutto il litorale Nord ci sono diverse attività legate al turismo: bed and breakfast, alberghi, ristoranti e lidi balneari.

Poi, vista la generosità della natura, gli uomini hanno deciso di lasciare tutto così.

 

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Armando Montalto

Tra la metà dei Novanta e i primi Duemila ha cambiato città, paese e occupazione con la rapidità di un colibrì. Insomma, questo quarantenne messinese, dopo aver fatto consegne a Canal Street, parlato in nome della UE, letto Saramago, tirato sassi sul Canal Saint Martin e bevuto fiumi di birra ha deciso. Tornare a casa, mettere su famiglia e la testa a posto. Oggi si divide tra libri, mare e famiglia. Intanto, prova a scrivere e a raccontare Messina.

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