#Messina. Progetto SAVE: in 7 giorni oltre 2 mila chili di scarti alimentari

Scarti alimentariSuperano le 2 tonnellate gli scarti alimentari raccolti dal 3 all'11 luglio nella prima settimana di attività del progetto Save, grazie al quale sono stati sottratti alla discarica e avviati alla trasformazione per la produzione di cibi animali.

Un'autentica rivoluzione nel campo degli sprechi alimentari, avviata da Università di Messina, Comune e Messinambiente al mercato Vascone.

Si tratta del primo caso in Europa ed è un processo virtuoso anche sotto il profilo strettamente economico. La frutta e gli ortaggi scartati, non più utilizzabili per l'alimentazione umana ma ancora dotati di importanti proprietà, sono raccolti e selezionati.

“Poi, grazie a un protocollo -spiega il professor Vincenzo Chiofalo, responsabile scientifico di Save– di rigorose studiate e messe a punto dall'Università di Messina attraverso i laboratori del PanLab appena realizzati e dotati delle più avanzate tecniche analitiche, saranno utilizzati come cibo per gli animali, componenti nutritive, fertilizzanti o per altri scopi industriali.

La frutta e la verdura raccolte sono analizzate per garantirne la sicurezza alimentare. I dati ottenuti hanno mostrato che l'ortofrutta non idonea al consumo umano può essere ancora utilizzata anche in alimentazione animale, creando un risparmio economico per le aziende”.

I ricercatori dell'Ateneo messinese hanno organizzato le attività prelevando la frutta e la verdura che in brevissimo tempo è trasferita al PanLab, dove se ne verificano l'idoneità al consumo animale, garantendone la salubrità in conformità alle normative vigenti.

Save è un progetto di ricerca proposto e vinto dall'Università di Messina con il coordinamento di GTS consulting insieme ad altri partner pubblici e privati, finanziato dal MIUR nell'ambito del programma Smart Cities, che mira alla creazione di un sistema intelligente per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della filiera alimentare attraverso la valorizzazione degli scarti biologici di produzione, la riduzione degli sprechi del sistema distributivo e dei consumatori e l'utilizzo alternativo degli sprechi residui come prodotti per l'industria zootecnica e agroalimentare.

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