#Messina. Pagamento Cosap, l’amministrazione fa marcia indietro

CosapCongelata la delle licenze per i commercianti in ritardo con il pagamento della Cosap, la tassa per l'occupazione del suolo pubblico, votata dal comunale.

Il provvedimento riguarda 50 esercizi commerciali (ma a breve sarebbe arrivato ad altri 300) coinvolti dall'ordinanza di chiusura, che prevede il pagamento degli arretrati entro 3 giorni, pena la chiusura immediata.

Lo stop da Palazzo Zanca è arrivato nelle prime ore del pomeriggio, dopo l'incontro di stamane tra la Giunta di Confcommercio, il coordinatore Fipe Lino Santoro, alcuni consiglieri comunali, la presidente del Civico consesso Emilia Barrile.

Proprio quest'ultima ha sollecitato l'intervento del vicesindaco Guido Signorino, che successivamente si è incontrato con la Giunta di Confcommercio.

“Con il dirigente del Dipartimento del Commercio -ha spiegato all'associazione datoriale  Signorino- abbiamo determinato di pervenire a un provvedimento di sospensiva temporanea delle procedure per trovare il tempo necessario per la revisione o per una diversa interpretazione dell'articolo in questione. Cercheremo di chiarire meglio funzionalità e modalità di applicazione all'interno del regolamento”.

Previsto un altro incontro, forse la settimana prossima. “Il successo di oggi è solo il primo passo nel percorso finalizzato a superare una problematica che attanaglia la nostra realtà -commenta Caterina Mendolia, direttore generale di Confcommercio Messina. Non si può tollerare alcuna forma di guerra ai commercianti, che oggi, finalmente, hanno ottenuto la possibilità di trascorrere un Natale più sereno. Abbiamo avviato una discussione propositiva: non m'interessano le polemiche, ma le soluzioni”.

Una guerra che si consuma da anni quella tra gli esercenti commerciali e l'amministrazione di Palazzo Zanca. Una delle battaglie più clamorose fu quella contro la determina di Gianfranco Scoglio, a novembre 2005, pochi giorni prima delle elezioni vinte da Francantonio Genovese. “La determina di Scoglio -ricorda il segretario cittadino di Italia dei Valori Salvatore Mammola- emise in qualità di city manager un provvedimento che prevedeva il pagamento dell'ombra di insegne e tende sul suolo pubblico per i 5 anni precedenti al provvedimento. Arrivarono bollettini da 50-70 mila euro a commerciante. Una follia. Con il nostro legale Carlo Stancampiano aprimmo immediatamente uno sportello di assistenza. Pensavamo che avremmo avuto una decina di richieste di aiuto e ne arrivarono 400.

Le notifiche arrivarono quando Genovese era già insediato e la gente se la prese con lui. Chiarimmo di chi era la responsabilità e bastò un colloquio con Antonio Saitta, non solo il vicesindaco ma anche uno dei più grossi amministrativisti della città, e in 24 ore il provvedimento fu ritirato e annullato”.

mm

Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *