#Messina. La rabbia dei lavoratori di MessinAmbiente, lo stupore di Ciacci

Una delle tante proteste dei lavoratori di MessinAmbiente
Una delle tante proteste dei lavoratori di MessinAmbiente

Da una parte 527 lavoratori, la maggior parte dei quali monoreddito, senza stipendio da due settimane e con bollette e scadenze di fine mese che si accumulano. Dall'altra un amministratore super pagato, che sembra non comprendere perché un ritardo di 14 giorni li esasperi.

No, non siamo tornati indietro ai tempi di quellichec'eranoprima. Sono quellidiadesso. E ancora una volta, in assoluta continuità con il passato, l'amministrazione Accorinti, così come l'amministrazione Croce e prima ancora quella Buzzanca, non è in grado di far erogare in tempo gli stipendi di MessinAmbiente.

Stamane, quando il commissario liquidatore Alessio Ciacci (35 mila euro l'anno più le spese, ma fino al 31 dicembre erano 60 mila) ha dichiarato al segretario generale della FP di Messina Clara Crocè che nonostante l'arrivo in cassa di un milione 300 mila euro avrebbe pagato i salari solo dopo il trasferimento di altre somme, peraltro trattenute per servizi non erogati, la rabbia dei lavoratori è esplosa.

Evidentemente più avvezzo ai problemi della globalizzazione che non a quelli di chi deve far mangiare moglie e figli tre volte al giorno, possibilmente non al buio, il buon Ciacci da quanto si legge su facebook sembra si sia stupito quando i dipendenti della partecipata del Comune di Messina man mano che concludevano il turno gli si riversavano nell'ufficio di via Dogali.

Ecco come il nostro descrive (lo riportiamo fedelmente) quanto è successo. “Nella mia vita ho avuto tante esperienze, anche dure a volte e in contesti di violenza dove, come in Guatemala o Chiapas, ho lavorato con l'ONU per recuperare resti delle fossi comuni. Ma mai nella mia vita mi era capitato di essere io il destinatario ultimo della violenzae come questa mattina negli uffici di Messinambiente.

Per un ritardo di 14 giorni negli stipendi dovuto ad un ritardo di pagamenti dal comune, la sede dell'azienda è stata invasa da un gruppo di lavoratori che a suon di spintoni e minacce si è fatta strada fino a occuparmi l'ufficio urlando e miannciandomi. Devo ringraziare la presenza di Raphael che mi ha aiutato e l'intervento tempestivo della Digos che ha evitato la violenza fisica e ripristinato un clima di confronto.

Nel frattempo sono arrivate le risorse per gli stipendi e li stiamo erogando. Faccio appello a tutti perchè quando si amministra un bene comune si sia rispettosi gli uni degli altri…“.

Ovviamente Ciacci incassa la solidarietà di chi lo legge, con commenti sui quali preferiamo glissare. In perfetto Accorinti style, il commissario liquidatore sottolinea quanto lui sia e bravo. A essere cattivi evidentemente sono i lavoratori che dopo appena due settimane, pensa un po', pretendono di essere pagati.

A difenderlo anche Ivana Risitano, docente e consigliere comunale (e quindi senza problemi di fine mese) che sempre su FB scrive: “Solidarietà ad Alessio Ciacci. Qualsiasi forma di violenza è deprecabile: ma mentre la ribellione verso i padroni ingiusti la comprendo, a questo gesto non riesco a trovare un senso, dato che forse per la prima volta i lavoratori si trovano a lavorare in condizioni di piena dignità e in un clima collaborativo, trasparente e rispettoso!”.

Meno male che a difendere Ciacci dal brutale assalto dei lavoratori c'era il fido sodale Raphael Rossi. Che dopo un incarico di 6 mesi tra marzo e ottobre 2014 come consulente di MessinAmbiente costato ben 35 mila euro più i rimborsi spese alle casse del Comune e del quale ancora aspettiamo di cogliere i frutti, non potendolo più mantenere per incompatibilità con l'essere stato nominato amministratore unico di un'altra società, la Formia Rifiuti Zero, è rientrato dalla finestra il 3 dicembre scorso grazie a un contratto di collaborazione la partecipata e la Re Sources sas.

Società della quale la maggioranza pare sia della madre di Rossi, che comunque anche in questo caso è l'amministratore unico. Il tutto sempre al modico prezzo di 31.334 euro, ovviamente più Iva e rimborsi spese per vitto, alloggio e trasferte.

Su questa vicenda è intervenuto il consigliere comunale Daniele Zuccarello, che ha presentato una dettagliata denuncia alla Procura della Repubblica di Messina. La Re Sources è stata costituita il 28 novembre 2014, iscritta al registro delle imprese il 3 dicembre e nello stesso giorno si stipula l'accordo con MessinAmbiente.

Alessio Ciacci
Alessio Ciacci

Incarico affidato ovviamente per comprovata esperienza, maturata dalla Re Sources in appena 8 giorni tra il 28 novembre e il 5 dicembre e il fatto che la società abbia iniziato la propria attività, come risulta da visura camerale, il 17 dicembre 2014 (quindi 12 giorni dopo la stipula del contratto con MessinAmbiente) per Ciacci forse è solo un dettaglio.

A fare chiarezza su quanto è realmente successo questa mattina è Clara Crocè. “Sì è vero, adesso stanno pagando -spiega- ma sia chiaro che non consentiremo che i lavoratori di MessinAmbiente siano strumentalizzati dall'eterno conflitto tra amministrazione comunale e partecipata e a essere trasformati in arma di ricatto, come avveniva anche in passato.

Non so cosa facesse Ciacci in Guatemala o in Chiapas -commenta ancora la dirigente sindacale. Ma se paragona la rabbia legittima di lavoratori che a stento arrivano a fine mese con le esperienze che cita, ci domandiamo se veramente sappia cosa sia la guerriglia”.

Resta il fatto, apparentemente inspiegabile, che l'amministrazione Accorinti ha deciso di assegnare a MessinAmbiente 2 milioni 100 mila euro al mese, quando in realtà ne servono 2 e mezzo. Il passivo di 400 mila euro al mese che si accumula, come del resto succedeva quandoc'eranoglialtri, determina problemi su problemi e continui buchi da tappare.

La sola speranza è che nel futuro Contratto di Servizio Palazzo Zanca sia in grado di determinare una volta per tutte le risorse necessarie per far funzionare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Messina.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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