#Messina. In riva allo Stretto tra scirocco, munnizza e buonsenso

In via Circuito a Torre Faro doveva sorgere il pilastro del Ponte sullo Stetto. Durante l'estate del 2010 questa strada che costeggia il mare è diventata il luogo simbolo dell'opposizione alla megaopera. Per diversi mesi via Circuito è stata perforata per sondare il terreno. Le per i carotaggi, obbligatori per redigere il progetto esecutivo, sono diventate per tutti gli attivisti No Ponte il simbolo attorno a cui manifestare.

Attorno al piccolo cantiere si sono svolte tante manifestazioni. Molti appartenenti alla giunta comunale odierna, il sindaco Renato Accorinti in testa, vi hanno preso parte. Poi, il ponte è stato accantonato, i telegiornali nazionali e i loro inviati hanno smesso di raccontare di quella strada, le manifestazioni non erano più necessarie e via Circuito è ritornata ad essere solo una strada che costeggia il mare.

Nessuno si domanda che cosa sia avvenuto dopo.

Certo, ai giornalisti dei telegiornali nazionali non importa più ma evidentemente, viste le condizioni attuali, neanche agli amministratori locali.

Non si tratta più di affrontare lo strapotere di governi o multinazionali, non si devono scalare trivelle o violare cordoni di polizia. Serve semplicemente e prosaicamente, spostare i cassonetti, sostituire un guard rail e altre e azioni semplici, che non regalano fama o onori della cronaca.

Sotto via Circuito c'è solo il mammurino, che si chiama beach rock in termine tecnico, ed è una panchina rocciosa naturale di particolare interesse scientifico. L'area è zona protetta, soggetta a vincoli di varia natura. Inoltre, la giunta comunale di Messina nell'agosto del 2013 ha avviato l'iter per dichiarare tutto lo Stretto patrimonio dell'umanità dall'Unesco.

In via Circuito e sul mammurino c'è munnizza, spazzatura da far venire la nausea. La natura sottolinea e amplifica la stupidità dell'uomo, così il vento rovescia i cassonetti e il loro contenuto sulla spiaggia, le mareggiate fanno il resto.

Ai tempi del No Ponte erano tutti in via Circuito a rilasciare interviste, a manifestare, a presentare libri e dossier. Oggi bisognerebbe soltanto prendersi cura delle cose per cui si è lottato. Insomma, un poco di buonsenso, mettere i cassonetti dove non possono essere rovesciati dal vento, pulire un paio di volte l'anno le spiagge. Anche perché se si chiede all'UNESCO di fare patrimonio dell'Umanità un litorale di munnizza sarà difficile spiegarne il perché.

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Armando Montalto

Tra la metà dei Novanta e i primi Duemila ha cambiato città, paese e occupazione con la rapidità di un colibrì. Insomma, questo quarantenne messinese, dopo aver fatto consegne a Canal Street, parlato in nome della UE, letto Saramago, tirato sassi sul Canal Saint Martin e bevuto fiumi di birra ha deciso. Tornare a casa, mettere su famiglia e la testa a posto. Oggi si divide tra libri, mare e famiglia. Intanto, prova a scrivere e a raccontare Messina.

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