Messina, forse una tragedia familiare dietro il suicidio del 79enne

MESSINA. Né ludopatia né, tantomeno, un tentativo di rapina finito male. Dietro il suicidio a Provinciale molto probabilmente si cela un dramma familiare, quello di un figlio morto poco più che trentenne di leucemia. Stamane intorno alle 10.30 il 79enne Giuseppe Bucalo è entrato in una tabaccheria della zona e ha chiesto all'anziana donna al banco, la madre della proprietaria, di poter giocare al lotto. Al diniego della donna, dovuto alle recenti disposizioni del Governo Conte, avrebbe chiesto dei gratta e vinci. Ricevuto il secondo diniego, il 79enne si sarebbe diretto verso la porta della tabaccheria, salvo poi tornare indietro, lamentando un dolore alla mano. Subito dopo avrebbe estratto la pistola, sparato due colpi contro la donna e poi si sarebbe ucciso con un colpo alla tempia con un revolver calibro38 regolarmente detenuto. Nella sua abitazione sono stati rinvenuti degli appunti scritti sui quali vige il massimo riserbo e alcune pallottole, anche queste regolarmente detenute. Alla conta dei proiettili mancavano 6 colpi che, avvolti in un fazzolettino, sono stati trovati dentro la tasca del giubbotto del 79enne. Nel caricatore c'erano i 3 colpi non esplosi. La è stata trasportata al Policlinico e in queste ore la sta operando il professor Mario Barone, di Chirurgia toracica. Prima di uscire di casa, Bucalo ha picchiato la moglie con un corpo contundente ferendola gravemente e poi è uscito, chiudendola dentro a chiave. La moglie, una 76enne, è stata trasportata in codice rosso al nosocomio universitario.

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