#Messina. Arrivano 886 profughi e il Comune se ne lava le mani
Palazzo Zanca lo sapeva già da ieri, così come la Protezione Civile Regionale. Ma oggi sul molo Colapesce non c’era alcun rappresentante dell’amministrazione Accorinti o del Dipartimento competente.
Ad accogliere la nave Etna della Marina Militare con a bordo 886 profughi extracomunitari salvati nel Canale di Sicilia c’era il personale della Prefettura di Messina.
A dare supporto, come di consueto, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia Costiera, Vigili del Fuoco, ASP 5 di Messina, USMAF, Croce Rossa, dall’Ente gestore dei centri d’accoglienza e dall’associazione Misericordia.
Erano talmente tanti i migranti tratti in salvo, che indumenti e scarpe non sono stati sufficienti per tutti.
Come si vede dalle foto di Dino Sturiale, quando sono finiti i vestiti i migranti sono stati avvolti in quelli che sembrano dei sacchi scuri o in tute bianche come quelle usate come protezione da forze dell’ordine e militari.
Per le scarpe non c’è stato nulla da fare: qualcuno aveva solo calze e in molti sono sbarcati scalzi e hanno aspettato a piedi nudi di accedere nella tenda allestita per i controlli.
“L’eccezionalità dell’evento -dichiarano dalla Prefettura- atteso il numero elevato di profughi sbarcati, avrebbe richiesto un supporto maggiore anche da parte del Comune di Messina e del Dipartimento Regionale di Protezione Civile per garantire una più ottimale e celere assistenza allo sbarco. Tuttavia, anche se allertati già nella serata di ieri, 25 dicembre, questi Enti hanno ritenuto di non dover assicurare la piena collaborazione richiesta dalla Prefettura”.
Una parte dei migranti è stata sistemata nella tendopoli del PalaNebiolo e nella ex caserma Gasparro a Bisconte, precedentemente svuotate per consentire l’accoglienza per chi è arrivato stamane.
I 30 minori non accompagnati salvati dalla nave Etna sono stati accompagnati al Centro Ahmed di via San Sebastiano allestito dalla Prefettura nei locali dell’IPAB per ospitare i minorenni dei quali il Comune per legge dovrebbe farsi carico e che invece erano stati lasciati al PalaNebiolo fino a quando il prefetto di Messina Stefano Trotta non ha deciso di prendersene cura.
A bordo c’erano anche alcune donne incinte e sono state ricoverate negli ospedali cittadini. Con loro anche la donna nigeriana che ha partorito subito dopo essere stata messa in salvo durante il tragitto tra il Canale di Sicilia e il porto di Messina.
Su disposizione del ministero dell’Interno, tutti gli altri profughi sono stati trasferiti a Siracusa, Agrigento, Crotone, Potenza, Napoli, Roma, Pescara,Teramo, Ascoli Piceno, Perugia, Firenze, Bologna, Venezia, Padova, Bolzano, Milano e Torino.
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