#Messina. Alice nel Paese delle Meraviglie: “Meno finta non violenza e più verità”

Alice nel Paese delle Meraviglie 2Presa di coscienza di Alice nel Paese delle Meraviglie. “Anche nel mio mondo, quello delle meraviglie, la bandiera della ha sempre rappresentato un simbolo di riferimento -scrive. Sapere che lo stesso valore era dato da colui e da coloro che nel giugno del 2013 hanno scalato il palazzo riuscendo a occuparne la poltrona più alta, mi ha fatto credere e sperare che le cose a Messina sarebbero realmente cambiate.

A distanza di quasi due anni mi trovo purtroppo costretta a ricredermi: nulla di ciò che ho immaginato è accaduto, con la conseguenza che oggi, quei colori arcobaleno mi appaiono sempre più sbiaditi. Al punto tale da essermi convinta a riporre in un cassetto, proprio quella bandiera che ho sempre sventolato a testa alta.

La violenza non è declinabile solo nella forma dello scontro fisico. Ci sono varie tipologie di violenza e di violenti, che operano in modo strisciante e subdolo, provando a distorcere la realtà e a far passare quanti lottano per i propri diritti solo come degli ingrati.

Il caso a cui mi riferisco è ovviamente quello che ha tenuto banco negli ultimi giorni e che ha avuto come protagonisti da un lato la dirigenza di MessinAmbiente e dall'altra i lavoratori, tacciati di essere stati violenti al punto da minacciare fisicamente il commissario liquidatore della società Alessio Ciacci. Il quale, a propria volta, ha esternato, via facebook riflessioni a dir poco sconcertanti, arrivando a paragonare, anzi persino a giudicare più grave, quanto accaduto presso della sede della società, alle esperienze dallo stesso vissute in Guatemala.

Ebbene, sono atteggiamenti di questo tipo, supportati e sostenuti dai non violenti che gravitano intorno al sindaco non violento Renato Accorinti a farmi affermare con estrema convinzione quanto spesso sia più violenta la violenza degli atteggiamenti, che non quella dello scontro fisico.

Che peraltro nella circostanza in questione nessuno ha mai ricercato, diversamente da quanto invece sostenuto dal nostro commissario. E' alla luce di quanto accaduto che mi sento oggi pronta a farmi portatrice di un nuovo movimento: quello della Non menzogna.

Ciacci, con le proprie affermazioni, ha spinto i lavoratori di via Dogali a occupare in modo pacifico la sede dell'azienda. Le provocazioni che sono seguite li hanno esasperati.

E' un comportamento eticamente corretto o provocazione rispondere a decine di padri di famiglia che gli stipendi non potranno essere corrisposti perché bisogna prima pagare il carburante? E' un atteggiamento corretto o provocazione uscire dalla stanza e inveire contro i lavoratori minacciandoli di provvedimenti disciplinari solo perché si sono presentati in azienda a chiedere gli stipendi?

E' un atteggiamento corretto o provocazione rispondere ai sindacati e alla RSU “non vi posso ricevere (dopo un'ora e mezza di attesa) perché dobbiamo andare a Taormina?”.

E' un atteggiamento eticamente corretto o provocazione da parte di Ciacci, subito dopo la protesta, uscire con il computer in mano e annunciare ai lavoratori che il Comune aveva provveduto alla liquidazione delle fatture perché improvvisamente si trovano i soldi per pagare gli stipendi?

E' un comportamento corretto o provocazione che nel corso dell'assemblea il buon Ciacci e il salvatore Raphael (Rossi, ndr) fingano di fare la pace con i lavoratori, salvo poi procedere subito alle denunce?

E' eticamente corretto o è premeditata provocazione non pagare le rate delle finanziarie ai dipendenti, che ormai sono entrati nella banca dati CRIF (quella che segnala i cosiddetti cattivi pagatori, ndr)? E'un atteggiamento eticamente corretto o provocazione pagare nei giorni festivi gli straordinari ai sorveglianti e non alle maestranze?

E' un comportamento eticamente corretto o provocazione nel giorno stesso della protesta, durante il turno serale, aver impedito ai lavoratori di parcheggiare i propri mezzi all'interno dell'autoparco, come invece hanno sempre fatto? E' un comportamento eticamente corretto o è provocazione trattare il personale come corpo esterno di una società che esiste solo ed esclusivamente per i sacrifici, mai puntualmente retribuiti, dei lavoratori?

E' un comportamento eticamente corretto o è provocazione scrivere l'1 maggio una patetica lettera ai lavoratori e contemporaneamente inviare le contestazioni disciplinari?

Sono queste e molte altre le ragioni che mi spingono a sostenere la nascita di questo nuovo movimento, in cui sono certa tantissime persone saranno pronte a riconoscersi. E' tempo che il vero volto della verità dei fatti emerga: meno finta non violenza e più verità.

Sia alla MessinAmbiente che in tutti gli ambiti lavorativi di una città sempre più affossata. Tanto da quelli che c'erano prima, quanto da quelli che ci sono oggi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *