#Messina. Al Vittorio Emanuele in scena Camposanto Mon Amour

amourSi riaccendono i riflettori sul surreale camposanto comunale tratteggiato in Camposanto Mon Amour, la musicale scritta e diretta da Paride Acacia e prodotta da Efremrock in collaborazione con la compagnia Vaudeville, che andrà in scena, dal 19 al 21 maggio, al Teatro Vittorio Emanuele (venerdì e sabato alle 21, domenica alle 17.30).
Un'opera già reduce da due sold out nella scorsa stagione del Teatro Savio, che ritorna in una nuova veste drammaturgica e scenografica: “Lo spettacolo che porteremo al Vittorio Emanuele è ricco di canzoni, coreografie e scenografie nuove, ma anche di nuove parti drammaturgiche” spiega Acacia, che, per l'occasione, ha riunito un cast di professionalità messinesi. Sul palco, Milena Bartolone, Laura Giannone, Elvira Ghirlanda, Gabriella Cacia e Francesca Gambino che, accompagnate dai musicisti Massimo Pino, Peppe Pullia e Simona Vita, daranno vita a una commedia grottesca sulla morte e sulla rinascita.
“Sebbene il tema possa apparire vagamente macabro, Camposanto mon amour è un inno alla vita, alla rinascita, al conseguimento dell'immortalità, tramite la conoscenza di se stessi e dei propri limiti” precisa il regista. Nello spettacolo un ruolo predominante è occupato dalla musica, con brani inediti, scritti da Paride Acacia e Massimo Pino: “Abbiamo mescolato le nostre influenze rock progressive al teatro canzone, il pop rock alle sonorità tipiche delle commedie di Garinei e Giovannini, cercando di creare una via personale alla scrittura”.
Lo spettacolo, che tra i diversi riferimenti guarda anche al disastro ambientale e alla tragedia di Giampilieri, si arricchisce di significati alchemici, traendo spunto dal libro Il problema di Aladino di Ernst Junger e dalle riflessioni che le quattro becchine protagoniste elaborano sul concetto di resurrezione aristocratica, una teoria legata al gruppo esoterico di UR attivo nella Roma degli anni Venti, secondo la quale la resurrezione sarebbe un processo che riguarderebbe solo gli esseri più propriamente meritevoli.
Una favola oscura, dunque, fatta di Mercurio, Sale e Zolfo che, al di là dei significati metallurgici, prova ad andare oltre gli archetipi psicologici, verso la ricerca dell'o9ro e del vero sé.

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