Malasanità a Messina, visite private in ospedale: primario del Papardo sospeso per un anno
MESSINA. Nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Messina, i finanzieri del Comando Provinciale hanno portato a compimento una complessa investigazione nel settore sanitario, finalizzata a verificare il rispetto della disciplina dell’esercizio dell’Attività Libero Professionale Intramuraria da parte di un noto professionista cittadino. Nel dettaglio, il 53enne F. M., primario presso l’ospedale Papardo assunto con un contratto che prevedeva un rapporto di esclusività, effettuava visite specialistiche all’interno del reparto da lui diretto, richiedendo e ricevendo da una significativa platea di clienti il pagamento in contanti delle relative visite specialistiche, omettendo di rilasciare qualsiasi ricevuta fiscale e di versare all’azienda sanitaria la percentuale dovuta. Nel merito, le Fiamme Gialle di Messina hanno rivolto particolare attenzione proprio alle fasi gestionali delle prenotazioni delle visite, riconciliandole con la riscossione dei ticket, poi intervistando anche i pazienti emersi dalle indagini i quali, nella quasi totalità dei casi, confermavano di avere effettivamente versato in contanti nelle mani del professionista importi dagli 80 ai 150 euro, senza aver effettuato alcuna prenotazione al CUP e senza ricevere all’atto del pagamento, alcuna ricevuta delle somme pagate, quindi direttamente intascate dal medico.
I numerosi elementi di prova raccolti sono stati sottoposti al competente Giudice del Tribunale di Messina il quale, all’esito del complessivo vaglio, ha ritenuto gli stessi convergenti in termini di gravi indizi di colpevolezza, salvo diverse valutazioni giudiziarie nei successivi livelli e fermo restando il generale principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, anche ravvisando il concreto e attuale pericolo di recidiva in ordine all’ipotesi di reato di peculato, ha disposto la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio della professione sanitaria per un anno, per impedire al presunto colpevole di incassare indebitamente denaro pubblico. Le indagini, effettuate dagli specialisti in materia di spesa pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina con il coordinamento del pool di magistrati della Procura