Il primo giornale siciliano? A Messina nel ‘600

libriantichi“Il Giornale di Messina” (1675-1677) è stato il primo “giornale organico dell'isola ed una delle prime espressioni dei fogli periodici che nascono in Italia” ai primi del Seicento.

Ma cos'era allora un giornale? Non certo un quotidiano nel senso moderno del termine, tantomeno una pubblicazione dedicata alla cronaca cittadina o all'espressione di pubbliche opinioni.

Piuttosto, un foglio di propaganda francese (siamo sotto la dominazione spagnola), tendente ad aizzare le masse contro i dominatori.

Tuttavia, ciò che importa segnalare, è che Messina fu la prima nel tempo e nella qualità della produzione in ciò che concerne le arti della xilografia e della stampa.

Motivazioni di carattere economico e sociale stanno alla base di questo importante primato. Messina ospitava infatti un cospicuo numero di maestri stampatori già dal 1200. Una comunità tedesca arrivò qui in origine per realizzare di un grande ospedale dove prestare aiuto e conforto ai feriti che tornavano dalle crociate. Ne esiste traccia ancora oggi nei ruderi della chiesa di Santa Maria Alemanna, dove si insediò l'Ordine Teutonico Ospedaliero.

Enrico Alding da Colonia, uno dei più valenti stampatori tedeschi, si stabilì a Messina nel 1471. E ciò per l'influenza che nel campo tipografico aveva assunto a Roma il cavaliere messinese Giovan Filippo da Ligname, o Lignamine, umanista ed di corte dei pontefici, che oltre ad aver aperto a Roma una tipografia è indicato come uno dei più noti stampatori, nonché frequentatori della biblioteca vaticana.

Tra le prime edizioni del Cinquecento e Seicento in Sicilia troviamo quelle di Olivino de Bruges a Messina e di Andrea Uyel a Palermo. Ma la maggior fioritura editoriale si ebbe in riva allo Stretto, dato che quello fu un periodo molto felice per la storia della , la cui vita economica riceveva straordinario impulso da vari fattori, soprattutto dalla posizione strategica e privilegiata del suo  frequentatissimo porto, banche private, la zecca, industrie della seta, della vino, delle costruzioni navali, orafi, ingegneri, cartografi e disegnatori.

Le botteghe dei cartografi e disegnatori sorgevano nella Cittadella, attorno alla Fortezza del Santissimo Salvatore. Tra i più bravi Jacopo Russus e Bartolomeo Olives, i cui lavori erano molto richiesti dai navigatori e passeggeri in transito.

La produzione più qualificata però era quella relativa alla stampa delle consuetudini e statuti locali, oltre a quella concernente la materia letteraria e religiosa.

Elemento che condizionò fortemente la stampa messinese ai primi del Cinquecento fu certamente la diffusa influenza della chiesa e dei gesuiti, nonché degli jurati patres: uomini illustri e colti che seguivano da vicino, in stretto legame con l'autorità religiosa, tanto l'insegnamento che le attività culturali  e tipografiche in genere.

Ma già nel Seicento, la colonia tedesca che tanto lustro aveva dato a Messina nel campo della tipografia, si trasferì per buona parte a Palermo. Saranno i gesuiti a Messina ad affidare le commesse, con il beneplacito dell'autorità religiosa, a tipografi da essi privilegiati, controllando con stretto rigore la qualità ma soprattutto i contenuti del materiale stampato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *