La Siracusa-Gela distrugge 2 aziende e 107 posti di lavoro
Il CAS ignora la sentenza del TAR e distrugge due aziende. E così i lavori della Siracusa-Gela fanno chiudere due aziende da 5 milioni di euro e mandano a casa oltre cento persone.
“Da ventiquattro ore le ruspe della ditta appaltante alla costruzione dell'autostrada Siracusa-Gela per conto del Consorzio Autostrade Siciliane hanno iniziato a demolire le strutture produttive delle aziende agricole biologiche natura Iblea srl e La Moresca srl nel territorio di Ispica –denuncia l'imprenditore Roberto Giadone. Le due società occupano più di cento dipendenti e che sviluppano, insieme alla struttura alberghiera relais Torre Marabino, un fatturato di circa 5 milioni di euro. In poche ore sono stati distrutti serre e tunnel con tutte le colture di pomodoro e zucchina all'interno”.
Giadone lancia un appello a tutte le forze politiche, produttive e sociali per bloccare la distruzione di un patrimonio non solo economico ma anche ambientale e tutelare posti di lavoro e investimenti.
“Dopo la sentenza del TAR di Catania che aveva annullato l'esproprio –chiosa l'imprenditore- ci saremmo aspettati che il Consorzio Autostrade Siciliane modificasse il percorso autostradale senza interessare le aziende o quantomeno aprisse una trattativa per trovare una soluzione e un equo risarcimento che garantisse il proseguimento dell'attività e il posto di lavoro a 107 dipendenti.
Invece, la risposta sprezzante è stata l'avvio di una nuova procedura di esproprio e l'emanazione di un decreto d'urgenza di immissione in possesso. Oggi –conclude Giadone- alle nostre aziende e alle 107 famiglie dei nostri dipendenti è stata tolto il futuro”.
Il progetto del CAS prevede un viadotto che taglia a metà quella che è la principale area produttiva di ortaggi biologici e che sarà realizzato a soli 180 metri dalla centrale di confezionamento degli ortaggi e 300 metri dal Relais Torre Marabino, con conseguenze facilmente immaginabili sul futuro non solo dell'impianto ma anche della struttura alberghiera.